Corriere della Sera, 31 ottobre 2024
Le nozze di Bibi jr. a rischio per colpa dei droni iraniani
Questo matrimonio s’ha da fare. Ma non adesso e non così. Troppi invitati, troppi rischi. Bibi Netanyahu pensa a una data che s’avvicina e non è solo quella del voto americano: è il 26 novembre, quando il suo ultimogenito Avner si sposerà. Il premier è preoccupato e sua moglie Sara ancora di più. Sono già partiti gl’inviti e tutti sanno che il trentenne Avner, un master in archeologia a Oxford, terrà un ricevimento nella scicchissima fattoria Ronit, grandi vetrate e laghetti con le trote e i salici, 20 minuti d’auto da Tel Aviv. Un luogo pericoloso, hanno avvertito i servizi dello Shin Bet. A portata di drone iraniano.
Bibi rimugina. E probabilmente, rimanderà le nozze del figlio. Lo choc della scorsa settimana è ancora forte. I Netanyahu si chiedono come abbia fatto quel drone iraniano ad arrivare fin sopra la villa di Cesarea e a sparare addirittura sulla camera da letto. Il premier e la moglie erano fuori, l’hanno scampata per poco, ma nessuno era mai arrivato così vicino al target. E Sara s’è terrorizzata: «L’altro giorno, l’Iran ha provato ad assassinare te e me», ha scritto al marito in un messaggio pubblico, allegando le foto degli alberi carbonizzati in giardino e dei rivestimenti di marmo danneggiati dall’esplosione. La signora non è molto popolare in Israele, c’entra anche la sua vita dispendiosa – prima del 7 Ottobre, nel pieno delle manifestazioni contro il governo, rimase assediata dalla folla in un salone di bellezza di Tel Aviv – e anche stavolta un corsivista la trafigge: «Traspare dunque che l’obbiettivo finale degli Hezbollah è lei, la nostra piccola Sara!».
Il premier non apprezza l’ironia. «Ha paura», dicono di lui i suoi nemici sciiti. L’altra sera parlava in Parlamento, dopo mesi, e si guardava intorno: ma non sarebbe il caso, ha chiesto all’intelligence, di trasferire temporaneamente le sessioni della Knesset? Per le sue tre case, Netanyahu ha preteso nuove blindature e una migliore difesa aerea. Una mossa che non è piaciuta all’opposizione, né ai media: anche il resto del Paese è sott’attacco, gli han rinfacciato, peccato non possa godere delle stesse protezioni… «Abbiamo ormai familiarità col vittimismo, il narcisismo, la megalomania, l’incapacità di vedere altro se non se stessi», commenta durissimo Yedioth Ahronot a proposito della Royal Family israeliana. E dunque verranno messi a budget i vetri antiproiettile, i rinforzi di tetti e pareti: tutte cose, protesta un editorialista, che sembrano solo lavori di ristrutturazione a spese nostre.
Se, dove e quando si sposerà Avner, forse non verrà più comunicato. Perché anche il giovane, e più di lui suo fratello Yair, è finito nelle polemiche per le bodyguard che ne tutelano la vita dorata (e militesente) fra la Gran Bretagna e la Florida. Non bastasse l’Iran, a disturbare le nozze del ragazzo hanno promesso di presentarsi i familiari degli ostaggi: organizzeranno un sit-in all’ingresso della fattoria Ronit, e non saranno lì per lanciare confetti. Inutile l’appello d’una collaboratrice dei Netanyahu: «Per favore, un matrimonio è un matrimonio! Non è Bibi che si sposa! Rovinare a due ragazzi il loro giorno più bello, non aiuta nessuno!». Questo matrimonio s’ha da fare, ma alla fine chi avrà il coraggio d’andarci?