Corriere della Sera, 31 ottobre 2024
Le mie prigioni, di Steve Bannon
Martedì, prima dell’alba, a una settimana dalle elezioni presidenziali, il settantenne Steve Bannon è uscito dalla prigione federale di Danbury, in Connecticut, dove ha passato gli ultimi quattro mesi per aver sfidato il mandato di comparizione emesso dalla commissione della Camera che indagava sull’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Alle 10 del mattino l’ex stratega di Trump indossava la solita divisa, camicia nera con tre penne infilate davanti e la giacca Barbour da comandante di campo del movimento populista sul suo show online War Room . Nella suite del Regency di Manhattan, tra l’andirivieni di giornalisti dal Daily Mail al Guardian , dopo una conferenza stampa in cui i reporter lo hanno contestato per le accuse di elezioni rubate e prima di progettare col suo staff un tour degli Stati in bilico, Bannon raccontava le sue prigioni.
«C’è il filo spinato, un compound industriale, è una prigione vera. Ti fanno una completa ispezione delle cavità intime. Ti danno una divisa beige, che guarda caso era la stessa che portavo a vent’anni su un cacciatorpediniere della Marina», spiega in una pausa a un gruppo di persone in salotto. «L’unica cosa che ti lasciano portare dentro sono gli occhiali». Uno dei suoi amici suggerisce che possono essere usati come un’arma letale come nel «Padrino, parte terza». «Sì, peccato che è un film terribile», replica Bannon. Il Padrino 1 e 2, invece, l ’ex carcerato numero 05635-509 li citava nelle lezioni di economia, politica ed educazione civica che ha tenuto ogni martedì e giovedì in questo carcere di bassa sicurezza, con il fine di spiegare «il legame tra i mercati e la geopolitica». «Se vuoi imparare a fare business, anziché andare alla Harvard Business School guarda il Padrino 1 e 2» consigliava agli studenti. «Alcuni erano sostenitori di Trump ma non tutti», diceva ieri al Corriere. «Per spiegare il movimento MAGA (Make America Great Again) citavo Frankie Pentangeli quando dice “Dobbiamo colpirli adesso mentre siamo ancora forti”. Se perdi potere col tempo è ancora più difficile».
A Danbury ci sono condannati per crimini sessuali, criminali violenti spostati qui dopo aver servito alcuni anni; il 30% sono neri e ispanici rinchiusi per traffico di droga non violento. Non c’è accesso a internet, eccetto l’email in biblioteca ma hanno visto Kamala Harris intervistata su 60 minutes in tv. La rivista Rolling Stone ha già dedicato un pezzo sulle sue prigioni. «Abbastanza accurato», ci dice Bannon, «tranne la parte dove scrivono che avevo bisogno di un elastico allargato per la pancia. Ho perso 9 chili». Comprava filetti di tonno in salsa di peperoncino, «ricchi di proteine» al negozio del carcere, camminava in cortile «otto chilometri al giorno». «L’unico per così dire piacere, diciamo così era che una volta ogni due settimane potevi andare al negozio e spendere fino a 150 dollari per bibite, prodotti per il bagno, caffé in polvere. Mostravo in classe la lista e chiedevo: Quanto è cambiata dal gennaio 2021? I carcerati impazzivano: “I prezzi sono aumentati del 50%”. E io: “Vi posso dire molte cose sulla Bidenomics, ma questa è la vostra esperienza di vita».
«Ogni giorno c’erano scontri o qualcuno veniva pugnalato. Ma succede sempre per una ragione: è successo a uno vicino a me, era uno spione che aveva tradito il suo gruppo». Una volta dei droni hanno fatto piovere nel cortile pacchetti pieni di una droga chiamata K2 e di cellulari: gli agenti l’hanno visto, la prigione è stata messa in lockdown.
Bannon dice di essere il più famoso detenuto mai passato da Danbury. «La seconda più grande celebrità è stato il figlio di Michael Douglas, l’hanno rinchiuso nel Buco, la SHU, Special Housing Unit, una specie di isolamento, ti mettono là per infrazioni. Il figlio di Douglas si drogava. Succederebbe anche al figlio di Biden: Hunter non durerebbe 48 ore, penso che suo padre dovrà graziarlo. La K2 che è ovunque». È marijuana sintetica, la chiamano «spice». «Una ragione per cui non facevo visite è che ti fanno un’ispezione completa delle cavità prima e dopo, perché la K2 viene fatta arrivare spruzzandola sulla carta».