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 2024  ottobre 31 Giovedì calendario

Il Pd ora teme di perdere anche in Umbria

Non fai in tempo a perdere in Liguria che già rischi di non riconquistare l’Umbria. Non che questo apra le porte a Giorgia Meloni per prendersi pure l’Emilia-Romagna, ma certo non ci si annoia sull’ottovolante a guida Elly Schlein che fa ballare il Pd e la mai nata coalizione che vorrebbe alla fine scalzare il centrodestra dalla guida dell’Italia. Mancano poco più di due settimane, il 17 e 18 novembre si aprono i seggi, e la candidata civica del centrosinistra, Stefania Proietti, se la gioca, per un pugno di voti, con la presidente chissà se uscente, la leghista Donatella Tesei. 
La maggioranza di governo ci crede, ché, se ha resistito al ciclone Giovanni Toti, non si vede perché non dovrebbe sbancare anche Perugia e dintorni. E poi ha dalla sua anche il pirotecnico Stefano Bandecchi, che invece di fare partita a sé porta le sue truppe ternane a sostenere Tesei, per presentare magari il conto a cose fatte. Mentre dall’altra parte le corse solitarie si sprecano, a cominciare da quella dell’immarcescibile Marco Rizzo. 
Un po’ a far fibrillare il campo largo ci ha pensato anche Stefania Proietti, già sindaca di Assisi e cattolica senza se e senza ma. Le frasi rilasciate nell’intervista al Fatto di inizio ottobre continuato a rispuntare. «Serve un assistente sociale che segua le donne che vogliono abortire». «La vita va difesa sempre, anche immobile sul letto». «Le armi non risolvono le guerre». «A Strasburgo c’è un assisano come me, Marco Tarquinio, e ha la mia stessa idea: bisogna boicottare le banche armate». La candidata ha poi spiegato che si è premuto un po’ troppo l’acceleratore sull’iperbole e che lei non punta il dito contro nessuno e a nessuno chiude in faccia le porte. E ha pure incontrato l’Unione delle donne di Perugia per spiegarsi e fare pace. 
Ma insomma, le due candidate fanno quello che possono, compreso fare i conti con l’immagine delle coalizioni che le sostengono. Da una parte c’è la corazzata del centrodestra, abile a darsele di santa ragione ma solo finché non si vota. Dall’altra i maestri del cupio dissolvi, che aspettano proprio il momento delle elezioni per piazzare uno scivolone ben fatto. In Umbria, almeno finora, che non si sa mai, i danni sono stati limitati. Ci sono più o meno tutti, a partire dal Pd e dai Cinque Stelle. E c’è pure qualche candidato che simpatizza per Matteo Renzi, ma ben al riparo delle liste civiche. 
Piuttosto è fuori dall’Umbria che i sobbalzi continuano. Marco Travaglio, che il Movimento lo segue da vicino, nel suo editoriale sostiene che quell’elettorato non va a votare, come per esempio in Liguria, perché è fatto di un’altra pasta. E allora meglio nessuna alleanza e perfino una ritirata, almeno temporanea, dalle Amministrative. Avanti con l’opposizione e poi, tra un paio d’anni, a ridosso delle elezioni politiche, chi non muore si rivede. A prima vista pare l’esatto contrario della posizione di Elly Schlein, e magari lo è pure. Perché la segretaria non si stanca di dire che il nemico sta a destra, che bisogna essere uniti, tutti uniti, perché solo così si può vincere la partita. Ma poi si dispera assai meno di quanto sarebbe lecito aspettarsi per la sconfitta ligure. Perché comunque il Pd ha avuto un ottimo risultato, anche perché alfiere della grande alleanza, e il suo obiettivo dichiarato è quello di portare i dem a diventare il primo partito. Confidando che, arrivati a un passo dalle Politiche, con una legge elettorale che spinge a stare insieme se non si vuole essere tritati, qualcosa di buono succederà. 
Intanto, in Umbria, sfida sul filo da far tremare le vene e i polsi, ma comunque apertissima. Sempre che, nelle due ultime settimane che separano dal voto, non prevalga nel campo quasi largo l’istinto mai sopito di lavorare per il re di Prussia. Che poi vuol dire darsi da fare contro sé stessi, o a vantaggio del nemico. Modo di dire che è rimasto sul collo del maresciallo di Francia Charles de Rohan, principe di Soubise, che nel 1757 condusse le truppe francesi alla rovinosa sconfitta di Rossbach, contro i prussiani di Federico II. Ah, il buon Charles ci ha lasciato anche la salsa Soubise. Besciamella, burro, cipolle, panna fresca liquida. Servita calda è ottima con i bolliti.