Estratto dell’articolo di Fabio Postiglione per www.corriere.it, 31 ottobre 2024
LE “RELIQUIE” DEL BOSS – ESISTE UN MERCATO NERO INTORNO AGLI OGGETTI CHE SONO APPARTENUTI A RAFFAELE CUTOLO, IL FONDATORE DELLA NUOVA CAMORRA ORGANIZZATA MORTO NEL 2021 – LO GESTISCE “IL GUARDIANO”, UN UOMO CHE VIVE IN UN COMUNE ALLE FALDE DEL VESUVIO E CHE RISPONDE ALLE RICHIESTE DI IMPRENDITORI, AVVOCATI, ATTORI CHE VOGLIONO OCCHIALI, INDUMENTI CIOCCHE DI CAPPELLI, UNGHIE O ANELLI DEL CAMORRISTA – LE RIVELAZIONI NEL LIBRO “I DIARI SEGRETI DI RAFFAELE CUTOLO” -
L’ultimo a chiedere è stato un insospettabile attore. Prima di lui un industriale, alcuni imprenditori, e poi un avvocato di Milano che ha anche mandato un selfie: «Sembro lui?». Ma chi è lui? È Raffaele Cutolo, il boss della camorra morto il 17 febbraio del 2021 dopo aver passato quasi tutta la vita in carcere.
Fondò la Nuova camorra organizzata, la cosca che negli anni Ottanta seminò morte e distruzione in tutta la Campania scatenando una guerra senza quartiere da mille morti l’anno. Ma nonostante questo Cutolo resta inspiegabilmente un simbolo di cui si cercano, con tutti i sistemi a disposizione, piccole reliquie da venerare. Giacche, pantaloni, scarpe e ciocche di cappelli, unghie, anelli, calzini.
Reliquie come un santo Decide «il Guardiano». Un uomo che vive in un Comune alle falde del Vesuvio che i giornalisti Simone Di Meo e Gianluigi Esposito hanno rintracciato, intervisto, letto quei messaggi e visto quelle foto. «Se fosse possibile scegliere una cravatta, una qualsiasi?». «Posso avere i suoi occhiali?». «Ho visto un vecchio documentario, indossava una giacca a quadri». E il Guardiano, dopo un’attenta selezione, invia i regali a chi ha deciso di venerarlo.
Sono alcune delle rivelazioni contenute nel libro I Diari segreti di Raffaele Cutolo, la storia mai raccontata del più potente boss della camorra (Piemme, 448 pagine), in uscita il 29 ottobre. Un racconto che offre una nuova lettura del criminale più discusso degli ultimi tempi, che ha portato nella tomba i segreti di una stagione di guerre di camorra e trattative sotterranee tra politica e malaffare.
Le confessioni inedite Nel libro sono raccolti memoriali, lettere, diari, confessioni inedite: gli appunti segreti di Cutolo. E per la prima volta sarà possibile leggere il verbale del suo pentimento. Sì, perché il boss dei boss della camorra quando fu confinato al supercarcere dell’Asinara, decise di collaborare con lo Stato. [...]
La collaborazione «dimenticata» Era l’8 febbraio 1994. In quelle pagine rintracciate dai due giornalisti fece i nomi di poliziotti infedeli, un generale dei carabinieri «che mi avvisava in anticipo di retate facendomi scappare», di politici corrotti, e «degli incontri con la Dc nel carcere di Poggioreale» dopo il sequestro di Ciro Cirillo del quale il boss dà una lettura nuova accusando «la P2 di Licio Gelli».
Quel verbale fu l’unico e il solo. E fu proprio la moglie Immacolata Iacone a capire la messinscena (forse) del padrino. «Mi disse che gli avevano promesso una villa e la libertà, ma io non volevo che mio marito si piegasse allo Stato e così gli dissi che non ero d’accordo».
In carcere diventa «il professore», poi un santone Voleva pentirsi davvero? Forse sì. Non lo sapremmo mai. Ma riuscire invece a conoscere il suo pensiero, grazie agli scritti trovati dai due giornalisti, quella è stata un’opera di ricerca importante. Nei suoi memoriali il suo personale racconto dell’ascesa criminale partita dai penitenziari d’Italia, dove Cutolo dà forma e sostanza alla sua immagine di capo e inizia a indossare gli occhialini con la montatura d’oro.
Aiuta gli altri detenuti a scrivere lettere ai familiari o a dialogare con gli avvocati. Diventa il professore, poi un santone. Quel pensiero non gli inibisce l’azione perché Cutolo sa bene che l’unica legge che regola i rapporti umani in cella è la violenza. [...]