Avvenire, 30 ottobre 2024
Opere confiscate alla mafia a Roma e Milano
«Molte volte si è sentito dire, a partire da autori come Fëdor Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo?”. Io ho sempre risposto: Sì, se noi saremo capaci di salvare la bellezza. E questo è compito degli operatori culturali». Lo ha detto Domenico Piraina, direttore Cultura e direttore dell’area Mostre e Musei scientifici del Comune, alla presentazione di SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche: un’esposizione che restituisce ai cittadini una serie di opere d’arte, tra dipinti, grafiche e sculture di artisti – tra i tanti Giorgio De Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Salvador Dalì, Andy Warhol, Mario Schifano, Robert Rauschenberg – provenienti da sequestri e confische fatte dalla pubblica autorità alla criminalità organizzata. Un progetto che mostra al grande pubblico capolavori prima inaccessibili.
In questi giorni la mostra è in corso al museo Andersen di Roma; poi, dal prossimo 3 dicembre fino al 26 gennaio 2025, verrà allestita nelle sale di Palazzo Reale, dove si potranno ammirare oltre 80 opere, ordinate secondo un criterio cronologico e tematico. La loro confisca è frutto del lavoro di forze dell’ordine e della magistratura, in due particolari inchieste. La prima è stata svolta dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, per una maxi-frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio; la seconda ha portato a una confisca a carico di un soggetto colluso con la ’ndrangheta, stabilmente dedito ad attività economiche illecite, pienamente inserite nel circuito della criminalità organizzata.
Come ha dichiarto Simona Ronchi, dirigente dell’Agenzia nazionale dei Beni confiscati alla mafia e alla criminalità organizzata, questa mostra diventa «un’occasione importante per comunicare il lavoro e la sinergia quotidiana che tutte le istituzioni spendono nella gestione dei beni confiscati». L’esposizione fa parte del progetto “Arte per la cultura della legalità”, a cura della direzione generale Musei del ministero della Cultura, dell’Agenzia nazionale dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con i ministeri dell’Interno e della Cultura. La presentazione di ieri, organizzata durante la terza giornata del Festival dei beni confiscati, ha visto l’intervento dell’assessore del Comune al Welfare, Lamberto Bertolè, che ha sottolineato come il fenomeno mafioso sia ormai radicato anche nel Nord del Paese: la prova sono i 260 beni confiscati in questi anni alla criminalità organizzata, gestiti dal Comune di Milano e affidati dal Terzo settore. «Una conferma della vittoria dello Stato che, attraverso la confisca del bene e del suo riutilizzo, dà un segnale importante», ha dichiarato.
Presente ieri anche l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, per il quale SalvArti «è molto più di una semplice esposizione di opere confiscate. È un segno tangibile di rinascita, di come beni illecitamente sottratti vengano restituiti alla collettività, arricchendo il nostro patrimonio culturale. La cultura può e deve essere uno strumento di riscatto sociale, in grado di educare e sensibilizzare le nuove generazioni sui valori della legalità e della giustizia».