Avvenire, 30 ottobre 2024
Un nuovo procuratore per la basilica di San Marco
Le principali sfide della Procuratoria di San Marco? «Certamente quelle legate alla preservazione dell’integrità del patrimonio culturale e artistico, visto che con l’Acqua Granda i danni sono stati ingenti – risponde l’avvocato Bruno Barel –. Rimane poi la sfida di bilanciare la preservazione del bene, quindi della Basilica, e l’accesso da parte di un gran numero di visitatori. Dare un buon esempio di tutela del patrimonio artistico è fondamentale perché i mosaici di San Marco sono anche il frutto della sensibilità di chi, quasi un millennio fa, si poneva grandi domande, rispondendo con la fede ma anche attraverso la creatività e la bellezza». Barel, noto avvocato amministrativista del Veneto, docente all’Università di Padova, è stato eletto primo procuratore di San Marco. Gli altri componenti sono monsignor Angelo Pagan, il notaio veneziano Paolo Chiaruttini, il presidente del Cnel e della Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, Renato Brunetta; l’architetto Alberto Torsello, la commercialista Giovanna Boldrin; l’ex dirigente ministeriale, nonché consulente di varie fondazioni vaticane, Renato Poletti. Il Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, ha ringraziato i precedenti consiglieri ed ha benaugurato ai nuovi, nel corso di un cordiale incontro. Dopo aver ricordato gli interventi posti in essere dalla Procuratoria in questi anni, in particolare dopo l’Aqua Granda del 2019, per preservare la Basilica e favorirne la fruizione sia per il culto che per i visitatori, il Patriarca ha voluto sottolineare l’importanza di una azione comune dei consiglieri della Procuratoria e che, da parte sua, la Diocesi di Venezia «non solo continuerà ma intende potenziare la cura del ministero spirituale e i servizi di culto ed eserciterà le altre proprie attribuzioni relative alla Basilica Cattedrale in piena armonia – come sempre è avvenuto – con la Procuratoria stessa. Con questo spirito è stato designato l’Arcidiacono del Patriarcale Capitolo dei Canonici, mons. Angelo Pagan, a dare uno specifico contributo all’attività della Procuratoria in seno al Consiglio». La Procuratoria può contare oggi su 50 collaboratori, dai guardiani ai mosaicisti, dagli artigiani del legno agli amministrativi. «Siccome tanti maestri sono anziani, provvederemo ad una decina di assunzioni di giovani perché imparino questi “mestieri” di altissima qualità – informa Barel – in modo da salvaguardare un patrimonio di professionalità che non ha molti eguali in Italia». I cantieri in corso e in programma sono numerosi e complessi, per una decina di milioni. «Stiamo completando il recupero degli interni della Basilica che sono andati sott’acqua nel 2019 e che hanno provocato gravi danni ai marmi – spiega Barel –. Altri lavori molto delicati sono previsti nella cripta. E quelli per aspetti più importanti riguardano la copertura delle cupole per sistemare le famose falde». La Procuratoria ha ottenuto, per questi compiti, dai Ministeri della Cultura e delle Infrastrutture il riconoscimento di stazione appaltante, quindi la responsabilità della progettazione, della direzione e dell’esecuzione dei lavori, nonché della rendicontazione, ponendosi ovviamente nella condizione di dover rispettare dal codice degli appalti ad ogni altra normativa. Sta per assumere, inoltre, la gestione delle balaustre mobili e trasparenti che vengono innalzate intorno alla Basilica non appena si palesa l’acqua alta. «Noi amministriamo i beni dell’ente Basilica nel rispetto delle finalità di culto e di ufficiatura, curando i restauri necessari per la sicurezza e la conservazione della Basilica e dei suoi annessi, compreso il campanile, e garantendo la sicurezza e l’accessibilità a milioni di fedeli e di turisti ogni anno. Ma – conclude il primo procuratore – dobbiamo riconoscere che il Patriarcato non ha mai, dico mai interferito con la nostra azione, che si è sempre svolta in piena autonomia».