Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 30 Mercoledì calendario

Intervista al padre di Matilde Lorenzi

Bolzano – Consola chiunque provi a consolarlo. Adolfo Lorenzi, il papà di Mati, ha una parola di conforto per tutti. Per la moglie Elena, che non gli lascia mai il braccio. Per le amiche di Matilde, per le sue compagne di sci, per i medici. Per gli ufficiali dell’Esercito. «Non mi perdo d’animo. Non ne sono capace. In un momento così, l’ultima cosa da fare è mollare. Dobbiamo lanciare l’appello».Quale appello?«Nessuno spenda un euro per mettere fiori sulla bara di mia figlia. Se la sua storia vi ha emozionato, e se volete bene alla nostra famiglia in un momento così triste, prendetevi la pena di aspettare qualche tempo. Presto avvieremo un progetto per aiutare bambini e ragazzi a sciare in sicurezza».Ha già un’idea di come fare?«Sono un uomo pratico, ho un’azienda di automazione. Voglio trasformare il mio dolore di padre, che è indicibile, in qualcosa di utile. Ne parleremo con università e aziende che producono dispositivi di sicurezza. Sarà la mia missione: quello che è successo a Matilde non deve succedere più. Forse è un’utopia ma ci proverò. Appena me ne ha parlato, ho capito che era l’idea giusta».Chi gliene ha parlato?«Mia figlia Lucrezia. È una donna forte. Ieri notte, nel momento più difficile, qui in ospedale, mi ha detto: “Papà dobbiamo fare qualcosa per gli altri, Mati avrebbe voluto così”. Ed è vero. Matilde era generosa. Non faceva mai nulla per sé soltanto».Siete stati lei e sua moglie ad avvicinare le vostre figlie allo sci?«No, non abbiamo mai avuto nulla a che fare con lo sci. Le nostre figlie hanno provato all’asilo, e si è capito subito che erano brave. Da molto presto, lo sci è stata una cosa bella e importante nella nostra vita. Sestriere, le gare, le trasferte. La stagione della neve ha scandito i tempi della nostra famiglia e penso continuerà a farlo».Lucrezia è arrivata in Coppa del mondo.«E sono sicuro vorrà continuare. A metà novembre avrà le prime gare importanti della stagione, non si fermerà. Nel caso dovesse decidere diversamente, ovviamente io e mia moglie la appoggeremmo. Ma ho pochi dubbi su cosa deciderà di fare. Anche sua sorella avrebbe voluto così. La sua forza sarà in pista con Lucrezia. Lo dicono le sue amiche e hanno ragione».Si aspettava tanto affetto?«Sinceramente, non mi stupisce. Matilde aveva seminato, noi ora raccogliamo. Già qui abbiamo avuto prova del segno che ha lasciato in tante persone. Ora la riporteremo a casa, fra chi le vuole bene, fra le sue montagne».