la Repubblica, 30 ottobre 2024
Schillaci dice che assumerà 10 mila infermieri indiani
Diecimila infermieri dall’India per rinforzare gli ospedali, l’impegno per indirizzare i giovani verso le specialità mediche in crisi.Per il ministro della Salute Orazio Schillaci la sanità italiana investirà sui professionisti dal 2025, ma intanto bisogna lavorare sulla prevenzione e contro le liste di attesa. Le Regioni, dice, devono ancora usare 200 milioni stanziati negli anni scorsi per abbattere i tempi di visite ed esami.Ministro, giorni fa ha parlato di un incremento del fondo sanitario di 4 miliardi. Alla fine sono solo 2,4, non è deluso dalla manovra?«Bisogna fare i conti con quello che c’è, seriamente. Per il 2026 avremo maggiori stanziamenti, cioè 5,1 miliardi in più».Rispetto al 2025 in realtà saranno circa 3,5 in più.«No, saranno 5 miliardi e comunque spero si possano aggiungere fondi, come avvenuto quest’anno. L’obiettivo è portare a casa qualcosa di buono per il personale».Prima della manovra ha annunciato un piano assunzioni per il 2025.«Avevo parlato di piano pluriennale. Del resto, le Regioni ci devono ancora mandare il loro di piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sulle liste di attesa. Ci devono ancora dire di quante risorse hanno bisogno».La manovra pensata per i professionisti evidentemente non è stata efficace, visto che medici e infermieri scioperano. Come mai?«Quest’anno c’è stato un grande impegno del governo sul cuneo fiscale, che si prende 17,3 miliardi. Come ha detto il ministro Giorgetti, il resto è stato dato alla sanità. Dobbiamo prendere nuovi medici e infermieri e anche pagare meglio. Lo faremo in un piano pluriennale. Comunque, alcune novità ci sono già. Gli infermieri avranno una nuova indennità di specificità».A parte che ancora non ci sono, i soldi basteranno a risolvere la crisi di certe specialità mediche?«Il modello della sanità va cambiato. Bisogna far capire che ci sono discipline affascinanti, come l’anatomia patologica e la radioterapia, sempre più centrali per la cura del tumore, ma poco richieste. I giovani vanno incentivati permettendo loro di fare carriera, eliminando i problemi burocratici, facendoli lavorare davvero. Ci sono chirurghi che iniziano ad operare in piena autonomia a 40 anni».La crisi degli organici riguarda anche gli infermieri. Vanno avanti i progetti per reperirli all’estero?«Al recente G7 della Salute ho parlato con la viceministra indiana. Nel suo Paese ci sono ben 3,3 milioni di infermieri, tantissimi. Vogliamo portarne qua, intanto, circa 10 mila. L’idea è di farli reclutare direttamente dalle Regioni e qualcuno si sta già muovendo per metterli in corsia, ad esempio la Campania. Noi facciamo da un tramite, magari per verificare con le autorità consolari l’effettiva conoscenza della nostra lingua di chi vuole lavorare in Italia. Sulla formazione professionale non ci sono problemi, in India è buona. Da noi mancano 30 mila infermieri e siamo tra gli Stati che li pagano peggio. Vanno rivalutati gli stipendi e date nuove mansioni».Gli incrementi del fondo sanitario serviranno soprattutto per i lavoratori ma la spesa farmaceutica cresce del 10-15% l’anno, cioè 2-3 miliardi, e rischia di “mangiarsi” tutti gli aumenti. Come si controlla?«La crescita deriva soprattutto dai costi dei nuovi farmaci, che curano sempre meglio malattie gravi. Il nostro è un sistema universalistico, praticamente senza paragoni in Europa salvo l’Inghilterra, e queste terapie le diamo a tutti. Io non voglio privatizzare niente e anzi difendol’articolo 32 della Costituzione. Dobbiamo fare un patto sulla salute, mettendo al centro la prevenzione. Se vogliamo che il sistema resti gratuito e continui a garantire questi farmaci, dobbiamo fare in modo che si ammalino meno persone evitando le malattie che si possono prevenire. Le risorse per la sanità non saranno mai infinite».Anche le Regioni si lamentano per la manovra e chiedono soldi per le liste di attesa. Avete fatto un decreto praticamente senza risorse.«La Regioni non hanno ancora esaurito il miliardo stanziato negli anni scorsi per abbattere i tempi di attesa. Ci sono 200 milioni non utilizzati. Siamo disposti a dare nuove risorse, ma intanto usino quelle. E comunque, abbiamo previsto premi per chi raggiunge buoni risultati. Nel recente report di Cittadinanzattiva si vede che il mancato accesso alle cure è legato alle liste di attesa lunghe non al fatto che gli italiani sono più poveri. Si va nel privato perché le liste pubbliche sono lunghe o chiuse. Così solo chi ha i soldi può andare a farsi visitare. Per questo alziamo il tetto di spesa per i privati convenzionati, dove i cittadini vanno gratis. Sto da sempre dalla parte dei più deboli. Da quella degli indiani, non dei cowboy».L’Europa dice chi l’Italia è tra i Paesi dove le coperture del vaccino influenzale sono più basse. Sarà perché il governo talvolta appare poco convinto della vaccinazione?«L’Italia non ha mai brillato per l’adesione alle vaccinazioni. Stiamo facendo una nuova campagna di informazione sull’influenza, speriamo nell’adesione di anziani e fragili. Sono il primo a chiedere a questi cittadini di proteggersi, anche perché quest’anno ci aspettiamo un’influenza aggressiva».