il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2024
Drogarsi con il chroming
È un’usanza che arriva dal passato. Durante il XVIII secolo, il tabacco da fiuto era un segno distintivo dell’élite. Napoleone, la regina Carlotta d’inghilterra e Papa Benedetto XIII ne facevano regolarmente uso. Il fiutare tabacco aiutava a distinguere la gente di alta classe sociale dalle classi più basse, che invece lo fumavano. Purtroppo questa pratica, nello scorso secolo ha coinvolto anche gli adolescenti, che sempre più spesso ricorrono a sostanze stupefacenti. Da nuove indagini pare che il nuovo «sniffare» sia diventato il chroming: un modo per sballarsi inalando idrocarburi tramite l’uso improprio di una varietà di prodotti legali, tra cui pennarelli indelebili, deodoranti spray, smalto per unghie, vernice metallizzata, detergente per carburatori, diluenti per vernici, benzina e addirittura lacca per capelli. Il termine deriva dall’effetto collaterale dell’inalazione di vernici metallizzate spruzzate su uno straccio, che lascia un residuo cromato o metallico sul viso. Negli Usa gli adolescenti (12-17 anni) che usano inalanti è costantemente superiore al mezzo milione. Utenti di Tiktok pubblicano video col termine Whiptok che gioca sul termine whippets per riferirsi alla pratica di inalare, tra cui il protossido di azoto, anche se Tiktok tenta di vietarne la visualizzazione. Gli adolescenti pensano che, rispetto ad altre droghe, sniffare o cromare non sia un grosso problema, poiché i prodotti sono legalmente disponibili e comunemente presenti nelle attività quotidiane. Alcune legislature statali hanno cercato, con scarsi risultati, di limitare la vendita di tali prodotti ai minori. Il consiglio è di tenere d’occhio bambini e ragazzi: l’uso provoca spesso sanguinamento dalle narici, insieme a ottundimento, scarsa applicazione a scuola. Anche in Italia il fenomeno è presente, seppur in misura modesta. Bisogna puntare alla prevenzione, parlandone ai ragazzi, senza pensare che i nostri figli siano migliori di quelli degli altri. Il disagio giovanile non ha ceto sociale, né ceto culturale.