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 2024  ottobre 29 Martedì calendario

Urso ipotizza un sito nucleare a Marghera

Ètornata a Venezia una delegazione dell’unesco, di nuovo, dopo il 2020: dovrà decidere se, come un report dell’anno scorso suggeriva – poi in parte disconosciuto dalla stessa agenzia dell’onu che si occupa di Educazione, Scienza e Cultura – la città lagunare debba essere inserita nella black list dei siti a rischio. Gli ispettori parleranno soprattutto di turismo, protezione della laguna, spopolamento, ma c’è un altro tema che tiene banco in città: per Venezia, in manovra, non ci sono soldi. Ed è una novità non da poco: da decenni lo Stato investe decine di milioni di euro l’anno per la tutela della città. Il nodo è la cosiddetta legge speciale per Venezia, del 1973, che per essere efficace deve essere di volta in volta rifinanziata: l’ultima volta nel 2017, e ha consentito alla città veneta di beneficiare di circa 28 milioni di euro l’anno, fino al 2024. Dal 31 dicembre, più nulla. Da mesi l’amministrazione comunale di centrodestra guidata da Luigi Brugnaro, chiede continuamente il rifinanziamento, da cui dipende di fatto la manutenzione straordinaria della città che, in tempi di innalzamento delle maree, è diventata sempre più ordinaria: nel 2023 sia il consiglio regionale del Veneto sia quello comunale di Venezia hanno votato all’unanimità, maggioranza e opposizione insieme, la richiesta al governo per un rifinanziamento da 150 milioni l’anno per 10 anni. Forse troppo, in un momento di vacche magre, ma la trattativa non pare neppure essersi aperta. Nella manovra il rifinanziamento non è considerato, serve un emendamento. “Dovremmo essere tutti d’accordo almeno nel chiedere soldi”, ha detto ai cronisti il sindaco Brugnaro, che pure nel 2023 aveva ottenuto dal governo 93 milioni di euro per il “Bosco dello Sport”, il complesso di stadi e palazzetti che era stato stralciato dal Pnrr. “Fare senza è impossibile, e finora tutti i governi l’hanno capito”, ha rincarato Erika Baldin, consigliera regionale M5S. Ma per ora l’amministrazione, che sta tenendo contatti costanti con il governo sul tema, ha dovuto incassare anche il niet pubblico del ministro Adolfo Urso, che sabato, in occasione di un convegno a Venezia, ha spiegato come le priorità ora siano altre. Urso ha però aperto all’idea di un impianto nucleare di nuova generazione a Porto Marghera, l’area industriale (ancora in parte da bonificare) della città. “Certo, è un’ipotesi”, ha detto ai cronisti. Chissà cosa ne penserà l’unesco.