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 2024  ottobre 29 Martedì calendario

Aumenta il pubblico nei teatri

Tra gli anni Sessanta del Novecento e l’inizio del Duemila, periodo nel quale il teatro di prosa, con il diffondersi della televisione e il boom del cinema, ha rappresentato la “cenerentola” delle arti dello spettacolo per quanto riguarda l’affluenza del pubblico nelle sale, con l’avvento del XXI secolo – esclusi il 2019 e il 2020, gli anni “orribili” della pandemia – si è registrata invece una lenta ma decisa ripresa delle presenze e ormai, visti i dati Siae relativi al 2023, si può dire che andare a teatro per vedere un dramma, una commedia o un recital letterario è una delle forme di intrattenimento che gli italiani amano di più. I numeri parlano chiaro: l’anno scorso in Italia 265 milioni di spettatori (il 51% di quali nel cinema, il 19,4% nei concerti, il 18,2% nel teatro e l’11,4% nelle mostre) hanno speso in totale 2,172 miliardi di euro per partecipare agli eventi e alle attività culturali. L’offerta, su tutto il territorio nazionale, è stata di 90,3 mila spettacoli di prosa, quasi la metà dei quali, però, concentrati nelle regioni del Nord.

Le valutazioni che si possono trarre dalla relazione annuale della Società Editori per quanto riguarda il settore del teatro di prosa, sono più che lusinghiere: se nel 2022 mostrava buoni segnali di ripresa, nel 2023 si assiste a un totale recupero dei livelli pre-pandemici dell’offerta (+5% rispetto al 2019), realizzando il balzo migliore di sempre. Gli oltre 90 mila spettacoli prodotti, trainati da una forte crescita del numero di organizzatori rispetto al 2022 sull’intero territorio nazionale (+59%), hanno portato oltre 15 milioni di spettatori nelle sale, superando quota 250 milioni di spesa per i biglietti da parte del pubblico. Questi risultati rendono la prosa il più vivace settore dello spettacolo nel nostro Paese. La maggior parte delle proposte nei cartelloni dei teatri si concentra nelle regioni del Nord (47%), in particolare in Lombardia, che con 14,6 mila spettacoli è la regione più prolifica d’Italia (e vale il 16% dell’offerta nazionale). Seguono Sud e Isole con il 28% dell’offerta e Centro con il 25%. Con 12 mila spettacoli, il Lazio è la seconda regione per offerta in Italia (il 13%, soprattutto grazie all’abbandonante offerta che arriva dalla città di Roma). Anche il dato di pubblico ha superato i livelli del 2019, seppur in percentuale più limitata (+1,74%) e ciò significa il definitivo superamento degli effetti della pandemia sulla partecipazione ma anche una risposta prudente del pubblico all’aumento dei costi di fruizione (spesa media +7% in paragone al 2019). La spesa nel 2023 supera i 250 milioni di euro con un +44% rispetto al 2022 e un +9% rispetto al 2019, con oltre 20 milioni di euro di aumento sullo stesso anno. La Lombardia guida la classifica delle regioni e rappresenta oltre il 21% della spesa nazionale, seguita dal Lazio, unica altra regione con percentuale a doppia cifra (13%) grazie ad una spesa media unitaria, insieme alla Liguria, superiore alla media nazionale. La regione che, invece, garantisce una maggiore accessibilità, in termini economici, è il Trentino-Alto Adige, l’unica che si attesta al di sotto dei 10 euro in media a spettacolo.

Tira aria buona, dunque, oltre il sipario. E il 2024, a giudicare da quello che si può vedere nei principali teatri italiani ad ogni rappresentazione (pienoni e spesso sale esaurite e rarissimi “flop”) sembra confermare la tendenza al rialzo. Non poco influenzano però, nelle produzioni, i finanziamenti e gli incentivi erogati dallo Stato, dalle Regioni e dagli Enti locali i quali gestiscono la maggior parte delle 16.767 strutture che hanno ospitato nel 2023 le diverse attività teatrali.