il Giornale, 29 ottobre 2024
Toti dice che non tornerà in politica
Sorride: «C’è ancora un briciolo di suspence, ma direi che è andata». Giovanni Toti non si nasconde: «I partiti di centrodestra avevano messo una riga importante».
Una riga su di lei? Per cancellarla?
«Beh, hanno rivendicato con timidezza l’esperienza di questi nove anni. Ma Marco Bucci ha vinto non nonostante la zavorra di Toti, ma anche grazie a Toti».
Lei ci sperava?
«Francamente due mesi fa questa previsione era impossibile. Io sono stato arrestato con accuse gravissime e poi Orlando è partito col vento in poppa. Pareva fatta. Invece».
Invece?
«La gente ha capito la portata dell’inchiesta».
Lei ha patteggiato.
«La gente ha capito che non mi sono arricchito, ma ho fatto il bene dei liguri. Con una postilla importantissima».
Le liste civiche?
«Esatto. Nove anni fa mi ero inventato l’esperienza del civismo, per rendere attrattivo il centrodestra dove aveva sempre vinto il centrosinistra. L’esperimento è stato ripetuto, con successo. Se si sommano le due liste civiche si arriva al 15-16 per cento. Le liste contengono molti candidati provenienti dal mio mondo e sono di fatto il primo partito. Superano anche FdI. Direi che l’era Bucci è perfettamente in continuità con l’era Toti, l’opinione pubblica ha compreso e io mi sono tolto un grande peso».
La sinistra?
«Hanno pesato errori e divisioni di una compagnia incoerente».
Ci fosse stato Renzi?
«L’hanno estromesso e oggi pagano a caro prezzo questo atto di arroganza. Ma non c’è solo questo».
Le liti fra Schlein e Conte?
«Certo, i liguri hanno visto e si sono regolati di conseguenza. Poi, naturalmente, è sotto gli occhi di tutti la guerra fratricida combattuta in queste settimane dentro i 5 Stelle che ormai sono sotto il 5 per cento. Hanno fatto fuori Grillo nella città di Grillo».
Avevano manifestato per chiedere le sue dimissioni, visto che lei resisteva e non se ne andava.
«Quella è stata una manifestazione improntata ad un giustizialismo moralista che è stato bocciato dall’elettorato».
Le opere pubbliche?
«Ha vinto il partito del si, ha perso quello del no che è di casa fra i 5 Stelle e pezzi della sinistra. Alla fine, io per il bene della Liguria ho lasciato la presidenza aprendo la strada a Bucci. E il sindaco è andato avanti senza rinnegare quella scelta di civismo che è un tratto distintivo della nostra Regione».
Una sorta di modello Guazzaloca due punto zero?
«Sì, ma possiamo dire Guazzaloca quattro punto zero».
Che cosa si aspetta da Bucci?
«Bucci ha la sua testa, farà la sua politica: io spero che non si pieghi a questo o quel comitato di quartiere o di paese, ma prosegua tenendo ben presenti gli obiettivi strategici della Liguria. Le grandi infrastrutture, anzitutto».
Poteva andare meglio per il centrodestra?
«Si poteva andare meglio, ma anche peggio. Il voto di Genova mostra che nel capoluogo sono emerse alcune fragilità e infatti Orlando in città è avanti».
Lei domani dovrebbe patteggiare.
«Si, l’accordo raggiunto con la procura prevede una pena di 2 anni e un mese che sono diventati 1.500 ore al servizio della comunità. Il patteggiamento, davanti al giudice, non si chiuderà certo con un’udienza ma sono fiducioso».
Tornerà in politica?
«No, scrivo per il Giornale e scrivo libri. Comunque, chi vuole sa dove trovarmi: sono sempre pronto a dare buoni consigli».