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 2024  ottobre 29 Martedì calendario

Anche un panettiere per l’opera di Merz

«Per Mario Merz, Torino è stata una città fondamentale. La sua era la città operaia che tutti ricordiamo. Da qui partiva e andava in giro per il mondo, ma poi tornava». Lo sa bene Beatrice Merz, che guida la Fondazione dedicata al grande artista nato a Milano ma approdato nel capoluogo piemontese ancora piccolo.E proprio a Torino, negli spazi della Fondazione, è stata inaugurata ieri la seconda parte della mostra “Qualcosa che toglie il peso, che mantiene l’assurdità e la leggerezza della favola”. L’evento durerà fino al 2 febbraio, attraversando, a Capodanno, il centenario della nascita di Merz.La novità sono tre opere aggiunte all’esposizione messa in piedi in estate: la grande tela di dieci metri del 1983 “Geco in casa” e due igloo pezzi fondamentali della ricerca artistica di Merz che si aggiungono a quello già esposto. Uno è stato esposto nel 2002 a Buenos Aires, ed è stato realizzato con del marmo rosa argentino. Si tratta di uno degli ultimi igloo di Merz. L’altro, che invece risale al 1989, realizzato per la sua personale al Guggenheim di New York: «Mario vide un panettiere vicino al luogo della mostra ed ebbe quest’intuizione». Merz ricercava i materiali per le sue opere nei pressi del luogo dove le avrebbe esposte, e così ha fatto la Fondazione con l’igloo di pane: «Abbiamo cercato un panettiere vicino alla Fondazione – spiega ancora la figlia dell’artista – e ne abbiamo trovato uno entusiasta dell’idea di partecipare».Le tre opere arricchiscono i luoghi espositivi che ospitavano già altre opere di Merz. Il risultato è una modifica dello spazio della mostra che risulta evidente all’occhio dello spettatore: «Lo spazio è fondamentale – conclude Beatrice Merz – perché è ciò che ci accoglie e con cui bisogna convivere».