la Repubblica, 29 ottobre 2024
La pesca a strascico degli spioni
Non ho mai spiato nessuno, né ho mai messo nel conto la possibilità di essere spiato.Questo non favorisce il mio grado di comprensione della gravità di quanto sta accadendo: ammesso che le mie o le vostre analisi del sangue siano finite nel dark-web (come si legge), capisco poco e male i vantaggi che qualcuno potrebbe trarne, e anche gli svantaggi a mio e vostro carico.Credo di capire, però, che il grado di ricattabilità di ciascuno sia direttamente proporzionale al suo livello di potere. Più hai potere, più sei ricattabile. E dunque l’opera dei ricattatori dovrebbe circoscrivere il bersaglio. Sembra invece che siano milioni i dati “rubati” dagli spioni, una specie di pesca a strascico nella quale si spera che, assieme alle sardine, resti impigliato anche qualche tonno, o addirittura una balena. È un po’ come quando vennero resi pubblici gli elenchi della P2 e insieme ai pezzi grossi (tipo i capoccia dei servizi segreti) si fu costretti a notare che c’erano anche parecchi pirla, incomprensibilmente reclutati da quella lobby maligna. E un poco si sorrise, pur nella gravità del momento.Nella famosa crisi dei corpi intermedi (i partiti, i sindacati) metterei anche gli spioni. Sono confusi. Non hanno ben chiari i criteri per stabilire chi è classe dirigente, chi ha davvero potere (e dunque vale la pena ricattarlo) e chi invece passava di lì per caso. Spiano all’ingrosso. Sperano di azzeccarci. Ma se nella loro faticosa e raffinata rete fossero davvero finite anche le mie analisi del sangue, vuol dire che di questi tempi nemmeno i cattivi sanno più che pesci pigliare. In ogni modo, per facilitare il compito dei sorveglianti: ho il colesterolo un po’ alto, ma il resto è abbastanza a posto.