la Repubblica, 29 ottobre 2024
I commenti degli amici di Trump dietro le quinte
New York – L’entrata per i vip è sulla Trentunesima strada, al riparo dagli occhi indiscreti dei comuni mortali, in fila sulla Sesta Avenue con tifo da stadio. Da Elon Musk a Hulk Hogan, le celebrità vengono scortate nelle suite del Madison Square Garden, lussuose stanze con barista e menù per delicatezze assortite, dove la famiglia Trump intrattiene gli amici al comizio dell’ex presidente. La numero 9 è riservata agli invitati di Melania, mentre nella 16 ci sono il figlio Eric, incaricato dal padre di gestire la compagnia di famiglia, con la moglie Lara, copresidente del Partito repubblicano. Dalla porta aperta sul parterre arrivano le grida dei militanti Maga, eccitati dall’ex sindaco Giuliani: «Kamala distrugge l’America, ma il 5 novembre faremo la rivoluzione votando Trump».Quando sente parlare italiano, Eric distende il viso in un sorriso cordiale: «Il vostro è il Paese più bello al mondo. Lo amiamo. Ci riporta alla mente tanti ricordi cari, perché da bambini passavamo sempre le vacanze estive da voi, in Sardegna, con nostra madre Ivana».Crescendo, lo stupore infantile si era trasformato in altro: «Abbiamo pensato molte volte ad avviare le nostre attività nel vostro paese, straordinario mercato, ma non è mai capitata l’occasione giusta».Adesso però l’attenzione è concentrata sulla politica, che in caso di vittoria il 5 novembre, riguarderebbe anche l’Italia come Paese alleato: «Non conosco personalmente la premier Meloni, ma mio padre sì. E conta di lavorare bene con lei». Salvini non è pervenuto, ma non vuol dire: Donald lo ha sentito al telefono, e se tornerà alla Casa Bianca ci sarà modo di prendere le misure alla coalizione di governo italiana. Magari con i suggerimenti di Musk, che invece con Meloni ha già stretto un’alleanza oltre il premio dell’Atlantic Council. «È presto, non abbiamo ancora un’idea precisa di come l’Italia potrebbe aiutare la nostra amministrazione.Però non mancheranno le occasioni. Ad esempio l’aumento degli investimenti nella difesa», su cui Trump aveva insistito già nel primo mandato, sperando invece che la minaccia di tariffe del 10% su tutti i beni importati negli Usa resti uno spauracchio elettorale. Sull’esito del voto Eric è ottimista, ma anche prudente: «Mancano alcuni tasselli, bisogna ancora lavorare per recuperare tutti i voti possibili». Le tre ore del podcast di Joe Rogan, per esempio, «erano previste e servivano a raggiungere i giovani».Tra gli ospiti di Melania, unico italiano è l’imprenditore e ambasciatore di Dominica all’Onu Paolo Zampolli, che l’aveva presentata a Donald. È venuto per ascoltare Trump, ma anche proporre idee. «Non punto a fare l’ambasciatore americano in Italia», dice lui, però magari una mano a proteggere gli interessi del suo Paese d’origine potrebbe darla. Ha fatto recapitare al candidato un progetto sul trasporto marittimo, per generare insieme profitti, occupazione e riduzione delle emissioni di gas. Fincantieri lavora molto a Marinette, Wisconsin, stato decisivo per le presidenziali. Ma mentre la costruzione di unità militari procede, gli Usa sisono lasciati sfilare il mercato delle navi cargo, finito in Cina, Giappone e Corea del Sud. Ora possono produrre più beni in casa e limitare i trasporti, o riportare in patria la produzione navale, secondo lo slogan Make America Great Again. Col vantaggio che oltre a soldi e occupazione, magari varerebbe mezzi meno inquinanti, da usare per spiazzare i critici della linea sull’ambiente. Poi ci sono le iniziative contro il Fentanyl, e quelle per contrastare il mercato delle imitazioni del farmaco per dimagrire Ozempic, di cui Zampolli parlerà con l’aspirante segretario alla Sanità Robert Kennedy, dato che siede nel Board del Kennedy Center.Nel corridoio che porta al palco passano i due manager della campagna, Susie Wiles e Chris LaCivita. Il pubblico applaude, mentre il giornalista Tucker Carlson accusa Harris di essere «una demente malese». Si ferma invece a chiacchierare con gli invitati Jason Miller, capo della comunicazione di Trump: «Se le cose continuano come stanno andando ora, nell’ultima settimana, vinciamo». Però resta prudente, se non preoccupato: «La corsa è davvero ravvicinata, negli stati in bilico, e le tendenze elettorali possono sempre cambiare nel finale. Poi non sai mai cosa ti tirano addosso, con le sorprese degli ultimi giorni. Un computer che rivela qualche segreto, chi lo sa?». Secondo Miller «il voto anticipato via posta sta andando bene, però temiamo che gli elettori repubblicani che lo usano facciano errori, perché non lo conoscono bene». Invece lo ha colpito una cosa: «Durante il comizio in Michigan, Michelle Obama ha detto una roba strana, tipo che tutti erano eccitati per Kamala nella sala, ma non altrettanto fuori. Forse intendeva che il loro voto anticipato non va secondo le attese, oppure come il marito voleva spronare le minoranze. Comunque sia, non era il tono di una persona soddisfatta».