il Fatto Quotidiano, 27 ottobre 2024
I dossier di Enrico Pazzali
Milano, via Pattari, dietro piazza Duomo, uffici della Equalize: Carmine Gallo, ex superpoliziotto antimafia, si sfoga con il suo socio Samuele Calamucci. Parla del “presidente” Enrico Pazzali: «Se ti faccio vedere i report di Enrico, ne ho fatti a migliaia a Enrico». E quindi si raccomanda di non fornire più al presidente della Fondazione Fiera, nonché socio di maggioranza di Equalize, i report che comprendono i dati frutto di accessi abusivi alle banche dati della forze dell’ordine «perché se no lui li vende a gratis è quello il problema, mica ci guadagna li vende a gratis agli amici e gli dà pure dall’ufficio lo Sdi e si fa i nominativi tranquillo. Io prevedo il futuro, per quello ho i capelli bianchi».
Poche parole intercettate descrivono alla perfezione il modo con cui Pazzali, manager di nomina politica, vicino alla Lega e al presidente Attilio Fontana, secondo i pm, usa i report sfornati da questa nuova e inesplorata centrale di dossieraggio. Tanto che il gip scrive: «L’organizzazione agiva» anche «a scopo estorsivo e/o ricattatorio, per condizionare e influenzare all’occorrenza soprattutto i settori della politica e dell’imprenditoria, ovvero per danneggiare l’immagine dei competitor professionali e imprenditoriali di Enrico Pazzali e degli avversari politici di lui o di persone a lui legate». Tra i vari, emerge dalla richiesta del pm, anche Letizia Moratti che nel 2023 si candidava alle regionali. Per la Procura, Pazzali voleva «reperire qualche notizia» da banche dati «idonea a mettere in cattiva luce l’immagine di Letizia Moratti, favorendo così la candidatura di Attilio Fontana (non indagato, ndr)». Tanto che nell’ottobre del 2022 Pazzali contatta Carmine Gallo per «ottenere informazioni riservate» su «persone legate a Moratti», in particolare su componenti del consiglio direttivo di Lombardia Migliore, lista che promuoveva la candidatura dell’ex sindaca ed ex ministra. Pazzali così chiede a Gallo se ha «qualcuno d’interessante da verificare». E Gallo si mette al lavoro: «Sì, sì li guardo tutti».
Secondo la ricostruzione dell’accusa, già l’estate prima Gallo “aveva cominciato a effettuare degli accertamenti sulle persone vicine politicamente” all’ex sindaco di Milano. Insomma, Equalize è per Pazzali un interessante strumento di pressione. Tanto che diversi report li usava per mantenere rapporti con soggetti di potere, come ad esempio la ministra del Turismo Daniela Santanchè oggi imputata per falso in bilancio e truffa allo Stato. Scrive sul punto il gip: “Le relazioni predette passavano anche nelle mani di Pazzali, che ne faceva ulteriore uso con Daniela Santanchè” e “con Giuliana Paoletti” indicata come oggetto dei dossier e descritta in atti “come manager esperta di comunicazione e console in Italia del Regno di Danimarca”. Dal canto suo ieri Santanchè ha spiegato: “Pazzali lo conosco da tempo e mai mi ha proposto informazioni riservate. Con me è sempre stato supercorretto”. Report riservati dunque. È per questo che l’ex poliziotto con il suo socio si raccomanda di non dare a Pazzali i dati riservati: “Il presidente Enrico ti faccio vedere lo dirà a tutti e ti chiamerà mi fai questo, mi fai questo, mi fai quell’altro ci troveremo in difficoltà capito quindi te lo dico ste cose a chi le diamo?”. Ancora Gallo: “Zio belo (soprannome di Pazzali) deve fare quello che dico io perché mi deve tanto”. Samuele Calamucci assieme a Gallo, secondo l’accusa, è il dominus di tutta l’organizzazione. Sarà lui a progettare e mettere in funzione la piattaforma Beyond (nome voluto da Pazzali) per accedere direttamente ai database del ministero e non solo. Tanto che racconta di quando ha illustrato a Pazzali il funzionamento del sistema illegale: “Sì impazziscono come è impazzito
Zio bello con questi che in televisione vanno con un altro nome Anonymus”. Il timore che Pazzali possa raccontare a tutti il nuovo sistema fa sì che Calamucci crei una chat Telegram riservata “e dove non c’è Zio Bello”. E se pur escluso dalle gestione illegale dei database delle forze dell’ordine, Pazzali viene informato dell’attività investigativa commissionata dalla società energetica Erg, per un’ipotesi di insider trading e durante la quale, sarà accertato dai pm, saranno usati trojan per effettuare intercettazioni telematiche illegali. Pazzali: “Mi stavi facendo vedere questo?”. Calamucci: “Il lavoro di Erg”. Pazzali: “Ah che figata”. Il presunto hacker dice: “Si installano le app sul computer aziendale non facciamo un metodo invasivo!”.