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 2024  ottobre 27 Domenica calendario

Ritratto della ragazza uccisa a Bergamo

Stava organizzando la festa di Halloween e quella del suo compleanno e aveva appena guidato l’auto per la prima volta. Sara Centelleghe, nella voce di amici e vicini era una ragazza «piena di vita». Frequentava l’indirizzo umanistico del liceo Piana di Lovere e aveva una media del 7 e mezzo. «Era sempre molto curata, le piaceva essere bella e sempre in ordine» ricorda una sua amica, Nicola. Forse anche per questo parlava di studiare dopo la maturità per diventare un chirurgo estetico.Era una ragazza riservata, di solito frequentava solo Nicole, il suo fidanzato e un altro paio di amiche. E quella patente appena presa, nelle parole dell’amica, era davvero importante: «Ci teneva molto perché così sarebbe diventata libera e indipendente».I vicini di casa sono stati i primi a udire quelle grida atroci intorno all’1 di notte. Era l’amica di Sara, che si era appena trovata davanti il corpo straziato della ragazza. Nessun rumore negli istanti prima del delitto né mentre qualcuno (per l’omicidio volontario è stato arrestato un coetaneo di nazionalità indiana), accoltellava a morte la 18enne.All’improvviso un richiamo proveniente da una voce femminile, una sorta di «yuhu», come lo descrive la vicina. «Poi un lungo silenzio e infine le urla. Lì – dice – ho pensato che stessero violentando una ragazza per le scale».Secondo quanto racconta la donna, che abita in uno degli appartamenti adiacenti a quello in cui la studentessa viveva con la madre, l’amica deve averla chiamata quando è rientrata in casa dopo essere scesa per comprare alcune bibite ai distributori automatici. «Se Sara ha gridato durante l’aggressione, non abbiamo sentito nulla. Stavamo usando la stampante, non c’era silenzio in casa. Abbiamo sentito solo a cose fatte, cioè le urla della richiesta d’aiuto». La vittima, che viene descritta da tutti come una ragazza «tranquilla, che non aveva mai fatto del male a nessuno», era ormai già senza vita.Per la coppia che abita in quello stesso palazzo di via Nazionale 124 a Costa Volpino, nella Bergamasca, è accaduto tutto nel giro di pochi istanti. «Erano urla un po’ strane e ho chiamato mio marito Andrea», spiega la vicina. «Aprendo la porta abbiamo visto queste impronte di sangue, con tutte le gocce sulle scale».I due raccontano che le tracce rosse di piedi nudi «scendevano fino ai garage» e che inizialmente non avevano compreso l’entità dell’accaduto. E mentre la moglie chiamava il 112, lui ha trovato Sara riversa a terra: «era in un lago di sangue».L’uomo, che ieri ha ricostruito quegli attimi di terrore anche davanti ai carabinieri, ha spiegato di aver notato le «lacerazioni» solo in un secondo momento. «A quel punto mi sono reso conto che era successo qualcosa prima, un’aggressione.L’amica continuava a ripetere che in casa c’erano soltanto loro due». In quegli stessi istanti, il killer si stava dando alla fuga, dopo aver lasciato una scia di sangue in tutto il palazzo. «L’amica era sconvolta. Mentre Sara era tutta sporca di sangue, lei era pulita».I vicini raccontano che la studentessa e la mamma abitavano lì da alcuni anni. «La conoscevo di vista, ci si incrociava per le scale. Era una ragazza di 18 anni che aveva la sua vita, stava spesso con le amiche e andava a scuola».In paese viene descritta come una persona «gentilissima e educata» e, come dice una delle sue amiche più strette, una ragazza che «non aveva mai fatto male nessuno». Avrebbe dovuto diplomarsi nel 2025. Il 9 novembre avrebbe spento 19 candeline. «Stavamo pensando a come festeggiare il suo compleanno», dice l’amica tra le lacrime. «Era la mia metà».