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 2024  ottobre 27 Domenica calendario

Il pil al centro-sud cresce il doppio che al nord

Roma – Il Pil del Centro e del Mezzogiorno nel 2024 crescerà più del doppio di quello del Nord. Nonostante consumi deboli e spopolamento, il Sud surclassa il Nord con una crescita dell’1,2 per cento (contro il +0,5 per cento del Settentrione). Stesso dato per le Regioni centrali, con Lazio e Abruzzo che balzano addirittura dell’1,7 per cento, contro l’1 per cento della Lombardia e la stagnazione (zero per cento) del Veneto. Lo afferma Confcommercio nella sua analisi sulle economie regionali, spiegando che la spinta arriva da turismo e manifattura. A livello nazionale nel 2024 la stima è di una crescita del Pil dello 0,8%, un gradino più sotto rispetto al +0,9% stimato ad agosto. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, sottolinea che l’economia italiana è in una fase complessa: «Il Sud cresce più del Nord, ma il divario resta ancora ampio. Preoccupano, in generale, la crisi demografica e la debolezza dei consumi. C’è un problema di fiducia nonostante l’aumento dei redditi reali. Occorre più coraggio nella revisione della spesa pubblica per poter alleggerire il peso fiscale che penalizza famiglie e imprese». L’ampio divario tra le due macro aree resta confermato dai dati relativi al Pil pro capite: qui si registra uno scarto superiore ai 18.000 euro (21.714 euro al Sud contro i 39.786 euro al Nord). E ancora. La debole dinamica demografica, che nel Mezzogiorno rappresenta un ulteriore elemento di criticità, continua a rappresentare un freno per la crescita dell’economia dell’area.La popolazione del Sud ha subito una riduzione di circa 161.000 unità tra il 2022 e il 2024, evidenzia l’analisi del Centro studi di Confcommercio, a fronte di un incremento di 125.000 unità al Nord. «La demografia nel Mezzogiorno si legge nell’indagine è un fattore strutturale di fragilità». Un faro sui consumi: superano di circa 17 miliardi il livello pre-Covid, ma rispetto al 2023 non mostrano segnali di ripresa significativa (+0,5% contro il +1% del 2023). I consumi risultano in rallentamento in tutte le Regioni a eccezione della Liguria e dell’Umbria, dove aumentano rispettivamente di 7 e 4 decimi di punto. I consumi al Sud mostrano una maggiore debolezza con un +0,4% per il 2024, a fronte del +0,5% del Nord. «Le criticità nella dinamica dei consumi sul territorio, nonostante il positivo contributo del turismo degli stranieri, si vedono bene dall’esiguo tasso di variazione reale della spesa per il 2024. Una crescita di mezzo punto percentuale non è certo un’indicazione confortante», afferma l’analisi del Centro studi di Confcommercio. L’aggiornamento delle stime regionali relative al prodotto interno lordo e ai consumi sul territorio, questi ultimi effettuati sia da italiani che da stranieri, e le evidenze statistiche relative ai primi due trimestri del 2024 confermano secondo il Centro studi la sensazione che, in Italia, «il circuito redditi-fiducia-consumi si sia in qualche modo inceppato». Insomma, i maggiori redditi disponibili reali, dovuti alla crescita dell’occupazione, agli effetti dei rinnovi contrattuali e al calo drastico dell’inflazione, non si sarebbero ancora tradotti in maggiori consumi. Tornando alla crescita del prodotto interno lordo nelle varie regioni, spiccano Lazio, Abruzzo, Umbria, Molise e Sicilia. Bene anche Calabria e Campania. Al Nord la Valle d’Aosta e la Liguria si fanno notare per le loro performance. A metà classifica Lombardia e Sardegna, mentre tra le regioni dove la crescita è nulla o quasi figurano Marche, Emilia-Romagna, Puglia e Basilicata.Più nel dettaglio, in Sicilia e Valle d’Aosta, stando alle stime di Confcommercio, il Pil nel 2024 crescerà dell’1,9 per cento, come in Umbria. In Molise è previsto un incremento dell’1,8 per cento sul 2023. Nel Lazio e in Abruzzo il Pil invece salirà dell’1,7 per cento. Seguono la Liguria con l’1,5 per cento e poi la Campania e la Calabria, con una crescita stimata dell’1,4 e dell’1,3 per cento rispettivamente. In Lombardia, invece, l’asticella si fermerà all’un per cento. Prevista una crescita zero in Veneto, Basilicata, Puglia e Marche. Infine sono attese variazioni positive minime in Piemonte (+0,2%) ed Emilia-Romagna (+0,1%). In precedenza l’Ufficio studi di Confcommercio aveva segnala un Pil nazionale in crescita a ottobre dello 0,2 per cento e una variazione positiva dei consumi dello 0,1 per cento a settembre.