il Giornale, 27 ottobre 2024
Intervista a Briatore su Alonso
Fernando Alonso non è stato mai così fedele con nessuna delle sue fidanzate. Tutte belle, qualcuna bellissima, tutte molto simili tra loro. Duravano un anno, forse due. Poi avanti un’altra. Un po’ come le sue squadre in F1. Più di 400 Gp e 22 anni fa, invece, ha incontrato un uomo che non ha mai mollato: Flavio Briatore. «Lo seguiamo nel management e adesso che è venuto a vivere a Monaco vicino a casa mia, ci vediamo quasi tutti i giorni».
Quando si è accorto che Alonso aveva un grande talento?
«In giro c’erano sempre le solite facce, da Prost a Patrese, Senna ovviamente, a Berger la gente cercava piloti di esperienza. Io ho pensato di fare la stessa operazione fatta con Schumacher. Ho cercato un giovane. Si parlava bene di questo spagnolo e a darmi una grossa mano fu Minardi».
Il solito fiuto di Giancarlo.
«Lui è un grande intenditore di piloti. Gli ho chiesto informazioni, lui me le ha date molto buone. Abbiamo firmato subito un accordo con Fernando e per un anno lo abbiamo lasciato in prestito a Minardi dove faceva la differenza. Li abbiamo capito che era speciale».
E sono arrivati i due mondiali.
«Ma non è stato facile imporlo. La stampa inglese mi assalì perché avevo appiedato Button, la star. Il futuro mi ha detto che avevo fatto bene: due mondiali piloti e due costruttori».
Fernando le ha fatto guadagnare bene anche come manager?
«Sì. Assolutamente. Super rapporto».
Avrebbe meritato di più.
«Ci sono stati alcuni episodi sfavorevoli che gli hanno cambiato un po’ la vita. Meritava di vincere di più».
Colpa anche delle sue scelte?
«L’unico errore che ha fatto è stato di andare alla McLaren dove si è trovato contro Hamilton, un pilota cresciuto in casa che aiutavano in gara, nei pit-stop e in tutto».
Ma non avete mai litigato?
«Discusso sì, litigato mai».
Andare in Ferrari, invece era stata la mossa giusta?
«Giustissima. Con la Ferrari poteva vincere 2 mondiali. Non li ha vinti e la situazione è cambiata del tutto».
Con Briatore al muretto dei box nel 2010 ad Abu Dhabi sarebbe finita in modo diverso?
«È successo qualcosa di incomprensibile. Ma lì la colpa non è stata di una persona sola. Non si può indicare un colpevole, saranno stati in quaranta a decidere. È stata una scelta sbagliata di tutta la squadra che è andata nel pallone. Sarebbe bastato lasciarlo fuori ed era campione del mondo».
Quali sono le sue qualità migliori?
«È un pilota straordinario, ha fiuto, talento. Ha tutto. Lo metto dalle parti di gente come Senna. In Formula 1 ne ho visti tanti, ma a quel livello ne ho visti due o tre. Fernando è uno che non molla mai, motiva il team».
In realtà si racconta che sia soprattutto un piantagrane.
«Dice quel che pensa. Ci sono dei team che lo capiscono e sfruttano la sua visione, la capacità di conoscere e raccontare la macchina. E poi ci sono dei team che credono solo agli ingegneri e pensano i piloti contino poco».
Il consiglio è di seguirlo insomma e non litigarci.
«Seguendolo il team migliorerebbe. Lo vediamo anche alla Aston Martin. Un leone. Finché resta a questo livello può guidare altri 4, 5 anni».
Pensa che con Adrian Newey possa vincere il terzo Mondiale?
«Lo spero, ma Newey non arriva con la bacchetta magica. C’è tanto lavoro da fare».
Briatore avrebbe ingaggiato Newey o Hamilton?
«Cento volte Newey: lui fa la differenza e anche perché la Ferrari aveva un pacchetto piloti molto forte, avrei investito sulla parte tecnica. Ma Adrian non voleva lasciare l’Inghilterra, gli piace vivere vicino alla fabbrica con il suo giardino, il suo cane. Non sarebbe stato felice a Maranello».
Forse non gli hanno fatto l’offerta che voleva sentirsi fare?
«Non credo sia un fatto di soldi, ma di qualità della vita».
La sua Alpine non è in vendita?
«Nel modo più assoluto».
Però avete scelto di correre con i motori Mercedes?
«Se uno svantaggio di motore lo recuperiamo montando il Mercedes andiamo tra i primi sei».
Chi vince i Mondiali?
«Verstappen e la McLaren. Norris sbaglia troppo e la Ferrari si è svegliata un po’ tardi, però ci devono credere, basta una gara o due in cui la McLaren sbagli una strategia e sono sotto. Io ricordo che in Benetton l’anno prima di vincere il mondiale anche noi avevamo fatto delle grandi cavolate. Certo quest’anno avranno buttato già via un centinaio di punti».