la Repubblica, 27 ottobre 2024
I numeri dei matrimoni a Roma
I giovani sposi ormai sono mosche bianche, segno che prima di un matrimonio in Comune o in Chiesa ci si pensa bene, molto bene. A sposarsi nel 2023, secondo i dati dello Stato civile elaborati dall’Ufficio Statistica del Comune di Roma, sono state 6.702 coppie e la maggior parte ha scelto il rito civile: 2.542. In realtà, la differenza con le altre 2.080 coppie che invece decidono di consacrare il loro amore in Chiesa con il rito sia civile sia religioso, non è abissale.La vera distanza è con gli anni passati: sempre meno persone sono disposte a giurare amore eterno (e fedeltà), firmando un contratto e, nel caso del matrimonio in Chiesa, impegnandosi ad avere figli. Dieci anni fa, i matrimoni erano stati 7.960 quindi oltre 1.200 in più rispetto allo scorso anno.Quelli religiosi nel 2014 erano stati 1.700 in più rispetto al 2023: ben 3.783 unioni in Chiesa, mentre quelle esclusivamente civili si fermavano a 394. Certo, il crollo più importante si è verificato durante la pandemia per cause di forza maggiore e i dati relativi allo scorso anno mostrano come ci sia stata una ripresa post Covid di entrambi i tipi di unione: nel 2020 i matrimoni in Chiesa erano stati solo 961, quelli civili 2.109. Ma questo aumento non basta a recuperare il trend del recente passato: dieci anni fa era un altro mondo rispetto alla fotografia scattata nella contemporaneità, con i matrimoni che in generale diminuiscono, in particolare quelli in Chiesa, e aumentano quelli in Comune.In questo quadro, chi è disposto a fare il grande passo ci ha pensato a lungo: delle 6.702 coppie che si sono sposate nel 2023, la maggior parte (862) ha tra i 30 e i 34 anni. Subito dopo ci sono i 40enni (673 coppie) che arrivano al giorno del “Sì, lo voglio”, dopo lunghe riflessioni oppure dopo aver cercato per molto tempo la persona con cui giungere all’altare. E se a scambiarsi gli anelli nuziali sono state quasi 400 coppie che hanno tra i 25 e i 29 anni, sposarsi da giovani avendo meno di 25 anni è ormai una rarità. Solo in 36 lo hanno fatto. A incidere è un altro trend, ormai costante non da anni ma da decenni, per cui in Italia trovare una stabilità lavorativa che consenta di proiettarsi nel futuro e di pensare a costruire una famiglia magari in una casa di proprietà, è complicato.Un passo avanti da dieci anni a questa parte però è stato fatto: nel 2014 non esistevano le unioni civili tra persone dello stesso sesso, possibili dal 2016 con la legge Cirinnà. Il primo anno in cui compaiono i dati è il 2020, quando a unirsi furono 187 coppie. Lo scorso anno, sono diventate 253 (in lieve aumento rispetto al 2022 quando sono state 243). Sono le coppie gay ad avere più desiderio di nozze mentre quelle composte da due donne sono meno (rispettivamente 154 e 99).