Corriere della Sera, 27 ottobre 2024
«Tartaruga» il carro armato e «sparviero» il kamikaze
Le sue parole respiravano nel vento. Come la «risposta che non c’è» in una canzone di Bob Dylan. Che si chiedeva anche «quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?». John Kinsel era uno degli ultimi code talker, trasmetteva messaggi in codice per l’esercito americano, durante la Seconda guerra mondiale. Usava la lingua dei Navajo, per non farsi capire dai giapponesi. Dicono che grazie a lui e agli altri che comprendevano quella lingua misteriosa e quasi estinta, la guerra sia finita prima. Adesso le sue parole sono arrivate fino in Cielo. Aveva 107 anni. Quasi tutti trascorsi in quelle lande che le mappe del governo chiamano Arizona ma per John sono e resteranno sempre la terra di una tribù orgogliosa. Come nei fumetti di Tex dove i Navajo parlano poco ma mai a vanvera. E se c’è bisogno di non aprire bocca lasciano fare ai segnali di fumo. In un mondo di affabulatori incalliti, John era la lettera scolpita da non sprecare. Era un alfabeto di sobrietà e sorrisi. Di silenzi che dicevano tutto. Il codice dei Navajo rimase un segreto fino al 1968 quando il Pentagono aprì gli archivi. E così si scoprì che John e i suoi chiamavano «tartaruga» il carro armato e «sparviero» un kamikaze. Poche parole, tutte con un senso, tutte per salvare vite. Sebbene «ne uccide più la lingua che la spada» pare non sia un detto dei Navajo.