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 2024  ottobre 26 Sabato calendario

Azzardo, un affare per le lobby

In tema di azzardo, la legge di bilancio «non difende né la salute dei cittadini né gli interessi dello Stato». E la durissima accusa della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II e della Campagna contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco”. Con una lunga e circostanziata nota mettono in guardia la politica e l’opinione pubblica «sulla gravità delle norme che il governo vorrebbe introdurre». E che, «sembrano confermare la subordinazione dei governi agli interessi della lobby dell’azzardo». Molte le criticità evidenziate. In particolare, ed è sicuramente quella più grave, viene cancellato l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave presso il ministero della Salute. Un organismo istituzionale in cui sono presenti anche le associazioni, che ha avuto come priorità il diritto alla salute dei cittadini.
In verità, già la legge 41/2024, contestata dalle due organizzazioni, «istituiva una Consulta permanente dei giochi pubblici presso il Ministero dell’Economia, con la presenza dei concessionari del gioco d’azzardo, che di fatto marginalizzava l’Osservatorio e spostava il focus sulla dimensione economica ed erariale del fenomeno». Ora non è chiaro se questa Consulta continuerà a esistere mentre «è prevista l’istituzione di un Osservatorio dedicato “a ogni forma di dipendenza”, che dovrebbe occuparsi di tutte le dipendenze patologiche». Non solo azzardo, dunque, ma sostanze stupefacenti, alcol, internet, eccetera. Un gran calderone. Una scelta confermata dall’abrogazione del «fondo specifico di 50 milioni di euro annui destinato alla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo». Al suo posto viene istituito un Fondo da 44 milioni l’anno per tutte le dipendenze patologiche, ripartito tra le Regioni sulla base di criteri determinati con decreto del ministro della Salute. Si taglia sulla salute e si favoriscono le imprese.
«Per l’ennesima volta – è l’ulteriore denuncia –, vengono prorogate le concessioni per il gioco d’azzardo, di due anni, fino al 31 dicembre 2026». L’ultima proroga è del 2022 e scadeva a fine 2024, le prime risalgono al 2014. «Il sistema delle proroghe – sottolineano le due organizzazioni – avviene a fronte del pagamento di un corrispettivo una tantum ma, visti gli appetiti che il comparto dell’azzardo suscita a livello globale, l’indizione di nuove gare apporterebbe presumibilmente nelle casse dell’erario un contributo assai più significativo». Dunque le proroghe sono una perdita per lo Stato e un guadagno per “azzardopoli”. Infine c’è un incentivo a “giocare” di più, invece di ridurre, con la stabilizzazione in modo permanente della quarta estrazione settimanale per Lotto e Superenalotto, introdotta nel luglio 2023».
E questo, denunciano ancora Consulta e Campagna, mentre il 2024 segnerà un nuovo record con circa 160 miliardi di euro di raccolta. «Dati allarmanti se correlati con le più accreditate indagini sulla dipendenza da gioco d’azzardo». Ricordano così come lo studio del Cnr stima in circa 20 milioni gli italiani tra i 18 e gli 84 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso del 2022 e in 800mila quelli che presentavano un profilo di gioco a rischio da moderato a severo. E si tratta soprattutto di «persone con redditi mensili e titoli di studio più bassi». «È evidente che il governo intende cancellare tutti quegli spazi dove possano emergere le reali conseguenze dell’azzardo nella vita delle persone», dichiara don Armando Zappolini della Campagna. «La linea è sempre la stessa – rincara la dose Luciano Gualzetti, presidente della Consulta -: il governo antepone gli interessi di far cassa e delle imprese del settore a discapito della salute individuale e pubblica del Sistema Paese, considerando l’azzardo una leva fiscale sulla pelle delle persone più fragili». Cinque mesi fa le stesse organizzazioni avevano fatto al governo sei proposte precise, ma ora ne vengono approvate di opposte. In quell’occasione il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi aveva assicurato «il sostegno pieno della Chiesa» perché «sull’azzardo la situazione è peggiorata». Così il suo appello era stato a «trovare modi per liberare tante persone che hanno perso la propria dignità». Evidentemente non ascoltato.