Libero, 26 ottobre 2024
I suoni della terra
C’è chi pensa che la ricerca scientifica sia un lato noioso della vita. Invece riserva sorprese incredibili. C’è chi sa farla diventare lieve come una fiaba, struggente come una poesia, ammaliante come un romanzo d’amore, misteriosa come un thriller. Ma solo quando la racconta un giornalista e scrittore dall’incredibile intuito e sensibilità, come Caspar Henderson nel suo Cosmofonia (Utet, pag.392, euro 35), opera con lunghissimo sottotitolo: «Un libro di fragori, scoppi, bisbigli, ronzii, silenzi e altri suoni di animali, esseri umani, macchine e pianeti».
Perchè Henderson si innamora dei piccoli miracoli che ci racconta, come ha scritto The Whashington Post. Si parte dal fatto che spesso diamo i suoni per scontati, ignoriamo che dipendono dalla composizione dell’atmosfera, e quindi una risata o una canzone si percepirebbero in modo diverso su Marte o Venere, non per niente le basi dell’armonia musicale sono collegate all’equilibrio fra pianeti. Questo libro è un grande catalogo dei suoni dell’universo «dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, dal gracidare di una rana all’esplosione di un vulcano, dal silenzio gelido del cosmo al battito del nostro cuore». E così l’autore va molto indietro, comincia così: «Per due-trecentomila anni dopo il Big Bang, l’universo in rapida espansione risuonava come un’infinità di campane cosmiche. Il suono è un’onda che fa vibrare un mezzo: più denso è il mezzo, maggiore è la velocità a cui si propaga… I picchi d’onda divennero i centri di quelle che in seguito si trasformarono in galassie…».
Vi hanno mai detto che l’aurora boreale potete anche ascoltarla? Secondo antiche leggende al suo apparire si udivano provenire dal cielo fischi e fruscii e altri rumori, e se ti avvicinavi al rumore magari l’aurora danzava per te. Ma il suono più potente sulla terra è quello del vulcano: secondo Henderson, è un mostro più grande di quanto si possa immaginare, canticchia a bocca chiusa in una vasta caverna, le vibrazioni dell’attività tettonica e vulcanica sono tra le più pervasive della terra. Le eruzioni arrivano a produrre alcuni tra i suoni più potenti mai registrati dagli esseri umani.
Da decenni i vulcanologi monitorano gli infrasuoni per misurare l’intensità delle eruzioni, ma amano anche ascoltare il suono dei vulcani prima che eruttino, e analizzarne il carattere. Il tuono? È la voce di Dio, dice il libro di Giobbe. I suoni delle creature viventi iniziano per Charles Darwin con il suo racconto, nel 1832, della foresta pluviale: fanno rumore gli insetti che hanno strani organi (i primi a intonare canti), le api sono turbate dall’eco, nel mondo delle rane, più profondo è il richiamo, più potente il fascino. I maschi di decine di specie diverse gracidano insieme, e ciò che ne nasce è il cocktail party problem, la sfida di far captare la voce giusta nel putiferio di un luogo affollato. La femmina lo risolve producendo nei polmoni gracidii di frequenza identica ai richiami della specie, poi li trasmette all’orecchio, il principio è quello degli auricolari. Il pipistrello è capace di ecolocalizzare, cioè per andare a caccia si orienta ascoltando l’eco del proprio richiamo.
Sott’acqua il suono si propaga a velocità più che quadrupla rispetto all’atmosfera e copre distanze enormi. Dieci milioni di anni fa, gli antenati della balena e del delfino impararono ad appofittare di tali caratteristiche, ed evolvendosi cominciarono a basarsi sul suono per inseguire le prede fino a grandi profondità e comunicare tra simili a grandi distanze.
Ma per trovare la delizia dovrete rapportarvi al merlo. L’autore racconta di quando era uscito per buttare la spazzatura, e da oltre la siepe gli era arrrivato un suono flautato, meraviglioso e avvolgente, un “flusso free” che non sembrava finire mai. Lui si dichiara certo che era l’annuncio di una gioia intensa. E tutto questo libro è un canto alle gioie dell’universo, passando per il gufo e arrivando al sublime usignolo evocato da Giulietta nella sua notte con Romeo.
Leggendo attraversiamo i suoni dell’umanità con il capitolo “Antropofonia”, cioè la musica, la danza, le canzoni, i mezzi di comunicazione, dalla radio alla tv, dal principio del linguaggio all’armonia, sino ad arrivare al “guarire con la musica” per concludere con alcuni piacevoli suoni come il primo glu del vino che esce dalla bottiglia. O il sospiro del bambino che finalmente si adddormenta, e il respiro regolare che gli fa seguito. E ancora «l’acqua che gocciola dai rami delle querce nane sulle rocce coperte di muschio nell’antico bosco di Black – a -Tor», parco protettto nel Devon. E anche il crepitio di un falò acceso con i rami di un albero caduto in cima a una collina dello Shopshire, una sera di luna piena. La vibrazione dello scafo di uno yacht che accelera sull’acqua spinto dal vento. Su un pendio tra i colli dell’Hampshire un’eco, campane di chiesa... E molto altro.