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 2024  ottobre 26 Sabato calendario

Il sondaggio: Meloni e governo su, giù Pd e FdI

Le turbolenze per la politica internazionale e per quella interna sembrano non finire. Sul piano interno, la questione migranti, con la difficoltà ad affermare il modello Albania. E con il rischio concreto di aprire un conflitto tra i poteri dello Stato di una virulenza inedita anche rispetto a quello che è successo nell’ultimo trentennio. Accanto a questo, la manovra finanziaria che appare decisamente complicata. La scarsità di risorse, denunciata dalla contrazione delle stime di crescita del Pil, si coniuga alla necessità di allinearsi agli obiettivi del Patto di Stabilità europeo che richiedono una gestione oculata dei fondi. La manovra tende a essere prudente nei conti, ma rischia di scontentare molti che non vedono realizzate le promesse espresse con la campagna elettorale e riprese anche recentemente. Anche l’opposizione stenta, come abbiamo più volte detto, a rinsaldare l’unità della coalizione e sembra vedere sempre maggiori difficoltà rispetto alle prossime elezioni regionali (Liguria, Emilia-Romagna, Umbria): sembrava alla portata di mano un successo in tutte tre le consultazioni, ora aumentano i dubbi.
Il consueto scenario politico mensile ci restituisce però, nonostante le problematiche evidenziate, una situazione di lieve miglioramento in particolare per la premier Meloni, ma anche per il governo. Infatti la valutazione dell’esecutivo evidenzia un indice di gradimento (la percentuale dei voti positivi su chi si esprime, esclusi quindi i «non sa»), di 45, in crescita di un punto rispetto alla rilevazione di un mese fa. La valutazione della presidente del Consiglio sale di due punti con un indice che passa dal 44 di settembre al 46 attuale. Piccoli incrementi, ma indicativi di un arresto della discesa registrata da qualche mese.
Gli orientamenti di voto evidenziano alcuni cambiamenti che riguardano in primo luogo i due partiti maggiori. Fratelli d’Italia mostra un decremento di poco meno di un punto percentuale rispetto a ottobre, collocandosi al 26,8%. Anche in questo caso piccoli segnali, che sembrano però dire che il partito fatica a beneficiare dei miglioramenti della percezione della presidente e dell’esecutivo. Anche il Pd segnala un piccolo decremento di mezzo punto in un mese. Le difficoltà che più volte abbiamo evidenziato segnalano per questo partito un lieve, ma costante, trend decrescente dalle Europee. Poche le altre variazioni, tutte inferiori al mezzo punto (solo +Europa segna una crescita dello 0,5%) e quindi tali da non essere segnali di un cambio di rotta nell’orientamento degli elettori.
I leader
In testa rimane Antonio Tajani (FI), poi Schlein (Pd) e Conte (Cinque Stelle) appaiati
Infine, come sempre, la valutazione dei leader. Anche in questo caso non emergono variazioni apprezzabili (tutte nell’ordine di un punto al massimo). La classifica rimane quella conosciuta: al primo posto stabilmente Antonio Tajani seguito, ex aequo, da Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Quindi tutti gli altri, per chiudere con Calenda e Renzi.
In sostanza, pochi cambiamenti e non particolarmente rilevanti, eccezion fatta per il consolidarsi delle valutazioni sull’esecutivo e la presidente del Consiglio. Segnale che non solo gli elementi problematici che si evidenziano incidono poco sugli orientamenti degli italiani, come molte altre volte abbiamo avuto occasione di dire, ma anche che presumibilmente, almeno per ora, gli effetti di una manovra annunciata dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti come pesante e tale da richiedere sacrifici per tutti, non hanno conseguenze significative. E, come già sottolineato, la mancanza di un’opposizione coesa, in grado di formulare proposte ambiziose che facciano percepire una visione futura del Paese, alimenta la convinzione di una mancanza di alternativa, favorendo il governo in carica.