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 2024  ottobre 25 Venerdì calendario

Dentro la faida familiare di Fratellid’Italia

Ilario Lombardo per “La Stampa”
 
Bisogna prendere un bel respiro per entrare in questo ennesimo racconto familiare dentro il partito monolite di Giorgia Meloni. Bisogna intrecciare i nomi e tenerli a mente per ricostruire una vicenda che ha assunto i contorni di una faida.
 
La famiglia è la matrice della gestione del potere della premier, della scelta della sua classe dirigente e della rete di fedelissimi. Il ministero della Cultura è un osservatorio perfetto di questa mescolanza di sangue e cosa pubblica, di appartenenza e finanziamenti, di cognomi che si ripetono e consulenze che si sommano.
meloni fazzolari
 
Partiamo da uno di questi cognomi: Merlino. Emanuele Merlino è il figlio di Mario, militante Avanguardia Nazionale, coinvolto e indagato – poi assolto – nell’inchiesta su Piazza Fontana. Emanuele – che nella sua biografia risulta essere attore, sceneggiatore e scrittore – è stato il coordinatore del dipartimento Cultura di Fratelli d’Italia nel Lazio, poi promosso a capo della segreteria tecnica di Gennaro Sangiuliano. È l’uomo di collegamento tra il Mic e Palazzo Chigi.
 
GIORGIA MELONI – GIULIANO CASTELLINO – ACCA LARENTIA
Quando Giovanbattista Fazzolari, il risolvi-grane che Meloni ha voluto in una stanza accanto alla sua, deve chiamare per capire cosa sta succedendo al ministero è il numero di Merlino che digita.
 
Ad Alessandro Giuli è bastato varcare la porta del suo nuovo ufficio, appena preso il posto di Sangiuliano, per capirlo. Per capire che non avrebbe avuto vita facile, che sarebbe stato controllato, indebolito, commissariato. È questo il senso di quel «lasciatemi lavorare» pronunciato l’altro ieri di fronte al sottosegretario Alfredo Mantovano.
 
alessandro giuli con arianna meloni alla presentazione di gramsci e vivo
A Palazzo Chigi, Giuli non incontra né Fazzolari, né Meloni. Ma parla con il referente dei Pro-Vita, i crociati anti-gay che hanno infiammato il partito contro Giuli dopo la scelta di Francesco Spano come capo di gabinetto.
 
Merlino riferisce ogni cosa a Fazzolari, come faceva durante il feuilleton estivo tra Sangiuliano e la sua amante, Maria Rosaria Boccia. Ma fa anche altro. Gestisce da ministro-ombra le stanze del MiC, cerca di imporre nomi e si fa artefice di un repulisti che Giuli, in gran parte, subisce.
 
meloni mantovano
Sono due fonti che raccontano alla Stampa quanto segue. Una è del ministero, un’altra è del partito. Giuli non sceglie Spano a caso. Ha lavorato con lui al Maxxi, si è trovato bene e, nonostante le radici politiche opposte, si fida.
 
Ma sa perfettamente che cosa provocherà la sua nomina, e come torcerà le budella di Fazzolari e di gran parte di FdI che, a partire da Meloni, lo aveva combattuto quando sotto il governo Renzi fu costretto a dimettersi da presidente dell’Ufficio nazionale contro le discriminazioni. Giuli porta con sé due persone dal Maxxi.
 
meloni spano
Uno è Spano, l’altra è Chiara Sbocchia, dal primo ottobre capo della segreteria al posto di Narda Frisoni, che rimarrà fino a dicembre come consigliere per le pubbliche relazioni.
 
Così Giuli aveva costruito il suo fortino, mentre la paranoia da spie che attanaglia Palazzo Chigi dopo il pasticcio di Sangiuliano travolgeva funzionari e dirigenti. Vengono fatti fuori, trasferiti o ridimensionati Antonio Di Maio (ex segretario particolare), Gianluca Lopes (del cerimoniale), Renato Narciso, Dario Sigfrido Renzullo, Maria Veronica Izzo, Carla Costante.
ARMATA BRANCA-MELONI – POSTER BY MACONDO
 
La purga ministeriale è affidata a Merlino e a Stefano Lanna, un dirigente del gabinetto che Sangiuliano stimava molto, al punto da volerlo promuovere direttore generale degli Archivi italiani, un tentativo che frana di fronte al no della Corte dei Conti. Giuli vede che Merlino e Lanna si muovono in asse, con un’autonomia lasciata in eredità dal predecessore.
 
I sospetti diventano quotidiani. Le ragioni dei dissidi vanno ricercati nelle nuove nomine. A dicembre scade il mandato di Andrea Petrella, portavoce di Sangiuliano. Per sostituirlo, Giuli si orienta su Fabio Tatafiore, direttore della comunicazione di Utopia, società con cui ha lavorato al Maxxi.
 
emanuele merlino foto di bacco
Merlino, invece, insiste su un’altra formula: vorrebbe far salire di grado all’ufficio stampa Salvatore Falco, giornalista già in forza allo staff, e affidare la comunicazione a Michele Bertocchi, il social media manager autore dello scivolone su Napoli «fondata due secoli e mezzo fa» pubblicato sul profilo di Sangiuliano. Come testimoniano le chat che abbiamo potuto vedere, Bertocchi ha continuato a lavorare sui social, nonostante il ministro ne avesse annunciato le dimissioni.
 
claudia ianniello sorella di giovanna
Sta di fatto che a Giuli non va giù di non avere il controllo sul proprio ministero. Chi sopravvive al reset è automaticamente considerato manovrato da Palazzo Chigi. E così Giuli cerca di limitare Merlino e Lanna, per inviare un messaggio a Fazzolari.
 
Lanna è il fratello di Luciano, giornalista in varie testate di destra, ex Secolo d’Italia, nominato da Sangiuliano direttore del Centro per il libro il 21 dicembre del 2023. Ma la rete familiare del clan Meloni è molto più estesa.
 
Al MiC c’è anche Claudia Ianniello, anche lei intoccabile per volontà di Meloni: è la sorella di Giovanna, portavoce storica della presidente del Consiglio, ed è pure la moglie di Paolo Quadrozzi, altro storico collaboratore dell’ufficio stampa, finito alle dipendenze di Mantovano a Palazzo Chigi.
antonella giuli
 
Tutti si conoscono da tempo, tutti in qualche modo incrociano le loro biografie di militanti della destra romana, cresciuti assieme fino alla conquista del governo. La parentopoli è ampia e trasversale, perché lo stesso Giuli ha una sorella, Antonella, che con la famiglia Meloni lavora da tempo.
ANTONELLA E ALESSANDRO GIULI
 
Prima come portavoce di Francesco Lollobrigida, ormai ex cognato della premier, poi come assistente di Arianna, sorella di Meloni ed ex moglie di Lollobrigida, mansione di partito che Giuli (sorella) svolge mentre è inquadrata come dipendente dell’ufficio stampa istituzionale della Camera dei Deputati.
 
Due giorni fa è stata beccata dai cronisti in Transatlantico a urlare contro Federico Mollicone, deputato di FdI, presidente della commissione Cultura, un altro che non ama Giuli (fratello). La faida è una degenerazione del familismo. E qui nessuno ne sembra immune.