Avvenire, 24 ottobre 2024
Nicaragua, il dittatore contro i cristiani
Una vera escalation di azioni ostili verso la comunità cattolica e i suoi esponenti ha interessato il Paese centramericano, dove il presidente Daniel Ortega e il suo vice, la moglie Rosario Murillo, hanno acceso e condotto una campagna repressiva che ha costretto a ridurre le attività religiose ma ha anche imposto forti difficoltà alle organizzazioni ecclesiali in diversi casi costrette alla chiusura e i loro beni confiscati. la detenzione di vescovi, l’obbligo all’espatrio pena il carcere dei vertici dela Chiesa di Managua sono solo i fatti più appariscenti della repressione. Anche lo stop alla pubblicazione di media cattolici e la messa al bando di celebrazioni in luogo pubblico hanno fatto parte di una deriva persecutoria culminata finora con l’arresto di decine di esponenti ecclesiali. La sorveglianza dei lughi di culto, la censura e la riduzione o bando di iniziative un tempo abituali della Chiesa locale hanno ridotto notevolmente le possibilità di azione e di partecipazione dei cattolici, maggioritari tra le fedi in questa nazione di sei milioni di abitanti. Infine, la sospensione dei rapporti diplomatici con la Santa Sede e la partenza dell’incaricato d’affari della nunziatura apostolica, mons. Marcel Diouf, nel 2023, è stata seguita nel gennaio di quest’anno dall’espulsione del vescovo di Matagalpa, Rolando José Álvarez e di quello di Siuna, Isidoro del Carmen Mora Ortega, insieme a 15 presti e seminaristi.