il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2024
Cristina Casati Stampa, la contessa comunista
Tale madre tale figlia: l’una gira in piazza San Marco a Venezia vestita solo del suo pitone; l’altra si trastulla con un “piccolo serpente” nella sua camera da letto a Londra. La prima è Luisa Casati Stampa (1881- 1957); la seconda, Cristina Casati Stampa (1901-1953), tra i sommersi della Storia a differenza di maman la marchesa, pur vantando un curriculum altrettanto eccentrico: ci pensa il nostro Massimo Novelli a sottrarre all’oblio vita, morte e miracoli di questa donna fumantina e anticonformista, La comunista che amava il tango, come da titolo del biopic in libreria da oggi con Mursia.Furono un uomo e un partito – incredibile: son sempre loro i cattivi; alias il secondo marito Wogan Philipps e i comunisti britannici – a cancellare (quasi) ogni traccia della giovane Casati, a esequie ancora calde. Col piglio del detective e la cocciutaggine del cronista, Novelli compulsa vecchie gazzette, archivi, saggi e foto sgualcite per restituire l’incantevole ritratto, e degna memoria, della “contessa rossa”, altresì soprannominata “ballerina”, sin professionista di tango, “farfalla”, “allodola”…La “nobildonna antifascista” è figlia unica del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino e della riccastra Luisa Amman, la Lady Gaga di inizio 900, la più rappresentata nell’arte dopo Cleopatra e la Madonna; diva, pazzoide, iconica, amante tra gli altri di D’Annunzio. Ma l’istinto materno non figura tra le sue virtù tanto che un giorno, in Laguna, lascia la pargoletta in gondola da sola, o meglio in compagnia di un ghepardo più o meno domestico. Poi la spedisce lontano, a studiare: in collegio in Francia, poi a Firenze e a Oxford, dove, pur non laureandosi, la ragazza conosce i nuovi progressisti, tra cui il primo marito Jack Hastings, futuro conte, giramondo e sinistrorso. Si sposano nel 1925 con testimone Guglielmo Marconi, ma in gran segreto, per ovvie contrarietà dei nobilissimi parenti; da lì inizia il loro pellegrinaggio politico-turistico: in Australia, dove lei si impiega come commessa e modella, è protagonista delle cronache rosa e corsivista a sua volta di moda; in America, on the road su una Ford nella Detroit dei very poveri – sì, sono un po’ radical chic quei due – o nei salotti di attori e artisti, da Charlie Chaplin a Diego Rivera e Frida Kahlo; nel Brasile di Vargas, arresto compreso per “simpatie comuniste”; in Spagna durante la guerra civile. È qui che Cristina diventa “volontaria non combattente” al fianco delle Brigate internazionali, tenuta d’occhio dai servizi di mezzo mondo, dai fascisti ai nazisti, agli 007 britannici, anche in qualità di tesoriera della “Marx Memorial Library and Workers’ School” di Londra.Se in Europa “schiva i proiettili” franchisti, nei Mari del Sud la contessa si ritaglia un angolo di paradiso: vive in una “casa di corallo idilliaca”, si dedica al giardinaggio e suona l’ukulele. Diventa pure madre, nel frattempo, e battezza la neonata Moorea, come l’amata isola vicino a Tahiti. L’istinto materno, però, difetta anche a lei: è una malattia genetica delle nobili. La vecchia marchesa lo sa: “Quella ragazza”, dice di sua figlia, le somiglia molto. Ovvio, “l’ho cresciuta al culto della libertà”.