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 2024  ottobre 24 Giovedì calendario

Al cinema uno Scerbanenco inedito

L’ultimo film ispirato a un’opera di Mario Scerbanenco è Spara che ti passa!, diretto da Carlos Saura nel 1993. Per riportare sullo schermo lo scrittore nato a Kiev e scomparso nel 1969, Elisabetta Sgarbi regista ha scelto un libro “fantasma": L’isola degli idealisti, scritto nel 1942 e andato perduto, è stato ritrovato dai figli di Scerbanenco e pubblicato nel 2018 da La Nave di Teseo, la casa editrice di Elisabetta.E ieri alla Festa di Roma è stato applaudito in concorso il film che porta lo stesso titolo: un sofisticato noir con le sue atmosfere metafisiche, il linguaggio letterario e astratto, inusuale nel cinema di oggi, e un cast di ottimi attori da Renato Carpentieri, a Michela Cescon, Elena Radonicich, Tommaso Ragno, Chiara Caselli, Renato De Simone, Vincenzo Nemolato. Teatro della storia, «anzi, personaggio supplementare», è una grande villa al centro di un’isola nebbiosa, fuori dal mondo, dove una notte sbarca una giovane coppia di ladri in fuga dalla polizia. I due vengono accolti dagli abitanti della sontuosa dimora: un ex medico disilluso, un anziano direttore d’orchestra, una scrittrice stanca di scrivere romanzi da poco. Ed è subito “gruppo di famiglia in un interno” tra sogni, illusioni rancori, fallimenti.«I proprietari della villa vogliono redimere i due ladri, ma saranno questi ultimi a cambiare loro», spiega Sgarbi che ha scritto la sceneggiatura con Eugenio Lio. A differenza del libro, l’azione è stata spostata dagli anni Quaranta ai Sessanta «con l’aiuto di costumi e scenografie: abbiamo compiuto un lavoro lungo e impegnativo», aggiunge la regista, «ma gli attori li avevamo in mente fin dall’inizio, abbiamo scritto il film proprio per loro e una volta sul set abbiamo accolto i loro suggerimenti». Per Lio L’isola degli idealisti rappresenta «il passaggio tra lo Scerbanenco più popolare, quello di Milano calibro 9 per intenderci, e lo scrittore meno noto eppure estremamente moderno che, ad esempio, dava già una rappresentazione non stereotipata delle donne».L’isola degli idealisti è un film d’autore ambizioso ed elegante destinato ad uscire in sala prossimamente: troverà spazio in un mercato ormai imprevedibile? «Credo di sì: abbiamo trovato i produttori, Angelo Barbagallo e RaiCinema, e la distribuzione Fandango», risponde Sgarbi, «è stato come se avessimo vinto il Premio Strega... è vero, rispetto al cinema che si fa oggi io mi sento una marziana ma a chi dovesse obiettare che il mio film è troppo letterario, rispondo che un autore deve riconoscersi nella forma che crea. Io sono una donna libera e sono sempre andata avanti per la mia strada». Di violenza, senso di colpa, perdono parla invece A mani nude, il film di Mauro Mancini ispirato all’omonimo romanzo di Paola Barbato e passato nella sezione Grand Public. La storia ruota intorno ai combattimenti clandestini i cui partecipanti devono uccidersi a mani nude per la gioia degli spettatori assetati di sangue. Alessandro Gassmann interpreta un carceriere allenatore di questi atroci match e Francesco Gheghi (il magnifico protagonista di Familia, premiato a Venezia) è un giovane che viene rapito per combattere. Gassmann, che con Mancini aveva già girato Non odiare, rivela: «Questo film mi ha permesso di tornare a lavorare con un regista che affronta in modo originale temi scottanti. Questa volta parla di violenza, quella che permea il mondo dei ragazzi, dei nostri figli. Ma per fortuna si apre uno spiraglio, una piccola crepa in cui spunta un germoglio da cui scaturisce la comprensione reciproca». Aggiunge Gheghi: «Sono cresciuto con i tg che parlano di violenza. Il male va raccontato perché è l’unico modo di sconfiggerlo... Il film ha rappresentato l’esperienza più tosta della mia vita».