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 2024  ottobre 24 Giovedì calendario

Stefano Massini parla di Trump "filonazista"


Donald Trump ha l’invidia di Hitler. «Ho bisogno del tipo di generali che aveva Hitler. Persone completamente leali, che eseguono gli ordini», avrebbe detto, anni fa, quando era ancora presidente, durante una conversazione privata alla Casa Bianca. Lo ha rivelato l’Atlantic, insieme a diversi altri aneddoti che illuminano «la fascinazione del candidato repubblicano per i dittatori e il suo disprezzo per l’esercito americano».Per Stefano Massini, in questi giorni al Piccolo di Milano con "Mein Kampf", il suo spettacolo sul libro manifesto del nazismo tedesco (che usciva nel 1924, precisamente cent’anni fa), Trump è la manifestazione più estrema delle conseguenze del disprezzo che il nostro tempo nutre per il dissenso.Massini, Trump è l’Hitler d’America, come lo definì J.D. Vance prima di diventare il suo vice?«Trump, come tutti i dittatori o aspiranti tali, non è interessato al dialogo, quindi non è interessato alla democrazia. Fa monologhi, e ne cura anche l’allestimento. Si è fatto fotografare mentre frigge patatine in un McDonald’s per dimostrare non di saper ascoltare gli altri, ma di essere come gli altri. E comunque era una recita: il Mac era chiuso al pubblico, e tutte le persone fotografate erano dei figuranti. È marketing: una ragionatissima vendita di prodotto che non contempla contrattazione o confronto. O compri o no. Così come sui social o stai con me o no. E se non la pensi come me, ti cancello, ti tolgo l’amicizia, smetto di seguirti».Però quelle dichiarazioni Trump non le ha fatte in pubblico: erano delle richieste.«Certo, perché in pubblico, adesso, pronuncia solo slogan. Elias Canetti diceva che slogan, nelle lingue celtiche, significa “inno di battaglia dei morti"».Ma l’elogio della violenza come atto di fede non è solo uno slogan.«No: è un richiamo. Ed ha effetti in tutto il mondo. Legittima l’aggressione come sistema e metodo politico, da una parte, dall’altra confonde, furbescamente, fedeltà e asservimento. Nel 2015, a Boston, due uomini massacrarono di botte un senzatetto ispanico: quando vennero arrestati, dissero di averlo fatto perché la pensavano come Trump, che in quelle settimane era in campagna elettorale per le primarie e diceva cose come “i clandestini devono essere deportati”. Quando un giornalista chiese a Trump di commentare quell’episodio, lui rispose: “Tra la mia gente ci sono persone molto appassionate”. Lo ha detto molte altre volte, anche a proposito dell’assalto a Capitol Hill».Ha detto anche che negli Stati Uniti non esisterebbe la criminalità se alla polizia fosse stato permesso di fare il suo lavoro.«Che secondo lui dobbiamo dedurre che consiste nel picchiare e pestare i deboli, i clandestini, gli immigrati, i drogati, i barboni? Ha detto: se ci fosse una giornata davvero violenta, la voce si spargerebbe e finirebbe tutto. Siamo regrediti al Far West, che peraltro, comunque, la criminalità non l’ha mai eliminata. Anzi».Eppure l’uomo solo al comando che viola le regole, che soprassiede ai principi e li sbeffeggia, riscuote consenso. Siamo diventati tutti fascisti, lo siamo sempre stati, o siamo semplicemente stanchi, esasperati dalla difficoltà della democrazia?«Racconto spesso una scena per me esemplare della pigrizia che ci fa scivolare verso l’autoritarismo. Una volta, in un parco, vidi dei bambini giocare: salivano tutti su uno scivolo dalla parte anteriore. Mi avvicinai all’unico di loro che se ne stava seduto a guardarli, e gli chiesi perché non partecipasse. Mi disse che quel gioco se lo era inventato Kevin e pretendeva che lo facessero tutti: gli altri si erano adeguati, si divertivano pure, ma lui no. Standosene da solo, quel bambino esercitava la sua libertà e la sua autonomia. Gli altri, anziché sforzarsi per inventarsi un altro gioco, si facevano andare bene quello, assurdo e imposto, del più volitivo della compagnia».Il consenso di cui gode il governo italiano si nutre anche di quella pigrizia?«Freud, in una lettera ad Einstein scrisse che una parte del nostro istinto è facile all’istigazione. Chi ci governa lo sa e sa che, oltre all’istigazione, siamo facilmente suggestionabili. Abbiamo ministri che sembrano in campagna elettorale perenne, che cercano ogni giorno uno slogan, ed è bizzarro, visto che fanno parte di un governo di cui sottolineano la stabilità. Ma a loro preme essere i primi nei sondaggi, e allora rimpolpano il consenso, l’emotività, incitano sentimenti beceri, facili, violenti. Salvini è riuscito a dire, di un disgraziato ucciso dai poliziotti: “Non ci mancherà”. È la negazione dell’umanesimo che l’Italia ha insegnato al mondo. E che lo faccia un rappresentante di un governo che ha ideato il liceo del Made in Italy è ancora più grave».Perché siamo “brava gente”?«No. Perché niente è più made in Italy del rispetto della persona umana, ed è incredibile come venga fatto di tutto per dimenticarlo. Liliana Segre, Primo Levi, Bertold Brecht lo hanno detto e ripetuto: la conoscenza è l’unico antidoto. Se noi non sappiamo cos’ha fatto Hitler, possiamo ammettere o semplicemente permettere che il possibile prossimo presidente degli Stati Uniti voglia generali come i suoi. Se noi non sappiamo cos’è l’Uomo Vitruviano, possiamo ammettere di votare chi respinge in mare i migranti». —