Corriere della Sera, 24 ottobre 2024
Il caffè, Hollywood Avetrana
Ma si può diffamare un paese intero? Il tribunale di Taranto ha sospeso la messa in onda della fiction sull’omicidio di Sarah Scazzi perché la comunità di Avetrana, per bocca del sindaco, si è sentita rappresentata come «ignorante, retrograda e omertosa», mentre vorrebbe essere ricordata «per i suoi tesori artistici e storici». In attesa che Alberto Angela colmi la lacuna con uno speciale in prima serata, prendiamo atto che non si può più dire niente nemmeno sui luoghi. Degli esseri umani era già sconsigliato parlare da tempo: se scrivi che un difensore falloso è un macellaio, si offendono i macellai, e se dici che quel calendario di nudi è da camionisti, insorge il sindacato di categoria. Tutti vorremmo essere ricordati solo per i nostri tesori artistici e storici. Eppure, Parigi non esce benissimo dai romanzi del suo cantore Victor Hugo (e se parlar male di un luogo fosse anche un modo per eternarlo?). Poi ci sarebbero la Roma di «Romanzo Criminale», la Napoli di «Gomorra» e la New York dei film di Scorsese: per il tribunale, forse, avrebbe fatto meglio a chiamarla Gotham City.
Oggi si manderebbero al macero «I promessi sposi» per aver descritto i milanesi come creduloni isterici: «Dagli all’untore!». E che nessuno diffonda i testi di quel rapper insolente («Ahi serva Italia, di dolore ostello – nave sanza nocchiere in gran tempesta – non donna di provincie ma bordello»). Uno così, che manca di rispetto a un’intera nazione, meriterebbe di finire all’Inferno.