Il Messaggero, 23 ottobre 2024
Tennis, dal prossimo anno l’allenatore potrà parlare
Comanda mamma tv, la ricerca continua dello spettacolo e del coinvolgimento del pubblico, comandano i nuovi media, i video brevi, le battute veloci in campo fra attori o fra protagonisti e spettatori. Perciò il tennis, invece di depressurizzare le palle e magari ridurre da due a una quelle del servizio per moderare l’importanza di questo colpo, frenare velocità e fisicità estreme – tornando ad esaltare tocco e fantasia -, dal prossim’anno diventerà meno individuale, aumentando l’incidenza degli allenatori. Che, dopo anni di battaglie e di ammende per i segnali – vietati – che si sono sempre fatti della tribuna, dal 2025 saranno legittimati ad intervenire verbalmente e a segni appena la palla non sarà in gioco, dando un sostanziale aiuto al giocatore. Non andranno fisicamente sul campo ma influiranno molto di più sulla tattica e sul momento emotivo degli atleti, aumentando anche di importanza come ruolo nei team sempre più nutriti. Così ha deciso la ITF, la Federtennis mondiale, nel momento stesso in cui torna indietro sulla formula di coppa Davis, 5 anni dopo la fallimentare impresa dell’ex calciatore Gerard Piqué Cup cui aveva ceduto il miglior gioiello di famiglia e che deve ora fronteggiare in una causa di risarcimento danni da 50 milioni di dollari.
AIUTINI
La regola 30 del nuovo emendamento in vigore dal 2025 recita: «Per “coaching” si intende un consiglio o un’istruzione di qualsiasi tipo e con qualsiasi mezzo rivolta a un giocatore e nelle gare individuali è consentita da fuori campo mentre, in quelle di squadra, dal campo. Nelle fasi consentite, il giocatore potrà aver accesso anche alla Player Analysis Technology». L’appendice IV specifica: «Il coaching sarà consentito tra un punto e l’altro (ma dovrà essere breve e discreto: niente urlacci e sbracciate troppo evidenti o peggio, ndr), al cambio di campo, alle pause del set e in qualsiasi altro momento (toilette break, intervento del fisioterapista, incidenti a spettatori, problemi di luce elettrica, di attrezzatura del campo o di tempo), eccetto durante il gioco di un punto. La comunicazione potrà essere verbale (quando allenatore e giocatore sono alla stessa estremità del campo) o con segnali manuali (nei momenti in cui è consentito il Coaching)». Sulla carta la tesi di Stuart Miller, senior direttore esecutivo senior ITF, Integrity & Legal, è inappuntabile: «Stiamo testando questa innovazione dal 2017. Abbiamo raccolto feedback da tutte le principali parti interessate. I giocatori hanno ritenuto che fosse uno sviluppo positivo e che rendesse i tornei più interessanti per loro. Gli allenatori hanno affermato che aiuta lo sviluppo dei giocatori e aiuta a migliorare la posizione della loro professione. Gli arbitri hanno affermato che migliora la loro capacità di concentrarsi sul monitoraggio del gioco e sul prendere le giuste decisioni, piuttosto che sul fatto che un allenatore stia o meno violando le regole. Quindi tutte le parti hanno accolto con favore questa decisione e l’Assemblea generale ha sostenuto quello che pensiamo sarà un cambiamento positivo per il gioco del tennis». La scelta del coach deputato a dare i suggerimenti sarà a discrezione dell’arbitro: ipotizziamo per evitare l’assunzione di tattici, sempre più specializzata, diversi dal coach ufficiale dell’atleta. Così come il via libera agli interventi, anche se immaginiamo che le proteste per le mancate concessioni saranno molteplici, così come gli interventi-tattici per disturbare l’avversario, magari con segnalazioni fuorvianti, aumentando i litigi magari fra team per comportamenti più o meno scorretti. Anche se il punto interrogativo fondamentale resta quello sulle caratteristiche fondamentali del tennis che vengono violate. O no?
Vincenzo Martucci