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 2024  ottobre 23 Mercoledì calendario

Il racconto di Margaret Atwood

Anticipiamo stralci del racconto di Margaret Atwood in “Quattordici giorni”, raccolta di novelle di 36 autori “in lockdown”, da John Grisham a Scott Turow, in libreria con Ponte alle Grazie.
“Di giorno lavoro per una ditta che fa disinfestazioni per le cimici dei letti. Dovremmo tutti fare un mestiere per cui siamo portati e che ci piace – ne convenite? – e si dà il caso che io abbia un’affinità speciale per questa vocazione. Identifico e catturo questi sgradevoli invasori domestici con una velocità e un’accuratezza che lascia strabiliati i miei colleghi. Dicono che devo avere gli occhi anche dietro la testa. Io non gli ho ancora detto che in effetti li ho, gli occhi dietro la testa, più o meno: tre occhi per parte, oltre ai due davanti, in totale otto. Non allarmatevi, non sono un’aliena. Fra un minuto capirete meglio. Lavoro senza pesticidi, cosa che i miei clienti più attenti all’ambiente considerano un vantaggio. Nella nostra città, le cimici dei letti possono diventare un grosso problema. Possono rovinarti la vita, mi dicono; sono un marchio d’infamia, perciò chi ne è afflitto può confidarsi soltanto con me. E io sono ben lieta di rendermi utile: è così che dico. Oltretutto mi fa comodo integrare la mia dieta con uno spuntino nutriente, quando se ne presenta l’occasione.
Oltre a svolgere la mia attività ufficiale, sto seguendo dei corsi alla NYU, o per meglio dire li seguivo prima dell’epidemia. Per quanto mi riguarda sono per natura immune a questo particolare virus, ma la maggioranza dei miei corsi è stata rimandata. Mi ero dedicata agli studi classici, in quanto desideravo indagare sulle sconclusionate argomentazioni degli ‘umani’. Dunque principalmente filosofia e mitologia. In uno dei miei corsi ho appreso che gli antichi greci narravano la storia di una giovane di nome Aracne, esperta tessitrice. La ragazza dovette infastidire l’una o l’altra divinità che la punì trasformandola in ragno. In teoria avrebbe dovuto essere un castigo tremendo, invece quando l’ho sentito sono scoppiata a ridere perché io stessa sono stata un ragno. Dovendo scegliere fra ragazza e ragno, chi non opterebbe per quest’ultimo? Una femmina di ragno, inutile a dirsi. Le ragazze sono sempre preda degli umani di sesso maschile, ma nel caso dei ragni succede l’opposto. Non è vero che i maschi li mangiamo tutti: si tratta di un’esagerazione, di uno stereotipo. Mangiamo solo i più piccoli, e i meno svegli. Una minaccia appena accennata tiene il maschio sulle spine, non pensate? È questo che lascio intendere nel mio profilo Tinder: una minaccia appena accennata. Vi stupirebbe il riscontro che trovo.
Capisco che la mia storia sembra strana, e può darsi che mi crediate pazza, ma quel che vi ho raccontato è la pura e semplice verità. Non so bene né come né perché io mi sia trasformata. Molto probabilmente è opera di un dio, come nel mito greco: gli dei sono capricciosi. O magari si è trattato di un esperimento di ingegneria genetica scappato di mano. Ero forse un essere umano al quale è stata addizionata materia di aracnide, oppure il contrario? In ogni caso mica possiamo perder tempo a trastullarci sulle nostre origini, dico bene? Nel corso di filosofia ho imparato che gli umani possono crucciarsi alquanto per cose che non sarà mai possibile conoscere, come il senso ultimo della vita. Personalmente ritengo che il senso ultimo della vita siano le uova, ma non escludo di essere antiquata.
Per tornare alla mia storia, un giorno mi sono trovata che non stavo più a scorrazzare sul fogliame. Ero seduta su un treno partito da Cambridge, Massachusetts, e diretto a New York City. Meno male che ero stata fornita di indumenti intimi, di una valigia in cui tenerli, e di una carta di credito: gli dei saranno stravaganti, ma hanno occhio per i dettagli. Mi era stato dato anche un nome: era scritto sulla carta di credito. Gabriella Cambridge. ‘Cambridge’ ha un senso, in considerazione del sequenziamento genico all’MIT; e Gabriella poteva riferirsi all’arcangelo Gabriele, il messaggero che suonando la sua tromba annuncerà la fine del mondo. È questo il segreto del mio materializzarmi nella presente forma ibrida? Sono stata inviata come messaggera? E in tal caso, qual è il messaggio? Possibile che il mondo che avete conosciuto stia giungendo alla fine? Non ne ho idea, ma presumo che prima o poi mi verrà comunicato, resta da vedere se da un dio o da uno scienziato.
Nel frattempo ho trascorso questi giorni di lockdown – quando non ero impegnata in una disinfestazione – a documentarmi sulla storia e la preistoria della parte di aracnide del mio lignaggio. Siamo molto antichi, noi ragni; compariamo in numerose tradizioni. In certe è stato un ragno a intessere il mondo; in altre siamo astuti imbroglioni, a volte però stupidi e imprudenti, e in quest’ultima modalità intessiamo gli esseri umani. Vi proteggiamo dagli incubi, dicono alcuni; facciamo piovere, dicono altri. Comunque porta sempre sfortuna – ci tengo a sottolinearlo – uccidere un ragno”.
© Autors Guild Foundation/ Salani/ M. Atwood