Libero, 23 ottobre 2024
Il caldo fa sbagliare i marines
(…) In un articolo del New York Times Nicholas Kristof, uno che ha sempre scritto – senza essere apocalittico – di “rutti di metano”, di tempeste indotte, di acidificazione dei mari addirittura ipotizza che il cambiamento climatico possa influenzare anche la criminalità (soprattutto può aumentare i reati di aggressione aggravata e stupro) che il calore possa compromettere anche la nostra produttività. «Secondo uno studio britannico, un ufficiale di marina commette in media 11 o 12 errori all’ora nella traduzione del codice Morse quando la temperatura è compresa tra 85 e 90°, ma 95 errori all’ora quando la temperatura sale a 105°», scrive. E probabilmente ha ragione.
Cesare Pavese odiando l’estate, si ammazzò ad agosto, mese identificato con la noia e il male di vivere. Oggi la nevrosi atmosferica confonde le carte: arriveremo alla tropicalizzazione dei nostri sentimenti e, quando i figli cominceranno ad andare a scuola da soli, riusciremo a non accorgercene…