la Repubblica, 23 ottobre 2024
Vescovo indonesiano designato cardinale rinuncia. Il Papa accetta
CITTà DEL VATICANO -A Roma la notizia viene diramata con il contagocce, a Giacarta giurano di non saperne niente. Il Vaticano ha fatto sapere che Papa Francesco «ha accolto la richiesta» di monsignor Paskalis Bruno Syukur, Vescovo di Bogor, in Indonesia, «di non essere creato Cardinale nel corso del prossimo Concistoro». Era uno dei 21 presuli ai quali Jorge Mario Bergoglio avrebbe imposto la berretta cardinalizia in San Pietro il prossimo sette dicembre. «La richiesta di Sua Eccellenza», si è limitato a spiegare il direttore della sala stampadella Santa Sede, Matteo Bruni, «è motivata dal suo desiderio di crescere ancora nella vita sacerdotale, nel servizio alla Chiesa e al popolo di Dio».
Di più il Vaticano non dice. «Non ne sapevamo nulla», spiegano in piena notte dalla diocesi di Giacarta. Ladecisione deve essere stata presa a tu per tu tra il Papa e il vescovo Syukur. E deve essere maturata all’improvviso, se, come riferisce la stampa locale, il vescovo francescano, 62 anni, fino a pochi giorni fa partecipava a ricevimenti in suo onore, prima della partenza per Roma, rilasciando dichiarazioni su guerra e pace e sulla cura dell’ambiente. È plausibile che sia emerso qualche impedimento grave. E le parole scelte dal vescovo, e rilanciate dal Vaticano, fanno intravedere una qualche imperfezione nella pienezza che dovrebbe contraddistinguere una matura vita sacerdotale di servizio alla Chiesa e ai fedeli.
Di precedenti veri e propri, in tempi recenti, c’è solo quello del belga Lucas Van Looy, che nel 2022 annunciò un passo indietro dal Concistoro di quell’anno, perché, spiegarono i suoi confratelli, non aveva «reagito con sufficiente energia, quale vescovo di Gand (2004-2020), contro gli abusi» sessuali commessi da sacerdoti della sua diocesi. Nel 2007, invece, Jean Zerbo, arcivescovo del Mali, fu bersagliato dalle critiche, tra l’annuncio del Concistoro e il Concistoro stesso, per uno scandalo finanziario in cui sarebbe stato coinvolto: secondo le accuse aveva un conto in Svizzera con 12 milioni di euro. In quel caso, però, dopo le dovute verifiche il Papa alla fine gli impose la berretta cardinalizia.
Colpi di scena che sono la conseguenza del metodo Bergoglio, il quale sceglie cardinali personalità a volte poco note da sedi episcopali remote. Spesso emergono figure ingiustamente nell’ombra, altre volte dall’ombra esce anche qualche problema. Ma Francesco, lo ha detto molte volte, preferisce una Chiesa «accidentata» che «malata di chiusura».