Corriere della Sera, 23 ottobre 2024
Pagella migliore: record dei Btp, raccolti ordini per 200 miliardi
Vola la domanda di Btp dopo le recenti pagelle positive di Fitch e S&P e nell’attesa di ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce. Le richieste hanno toccato i 200 miliardi. Si tratta di un record italiano e di un ammontare di ordini che nelle classifiche si piazza al secondo posto in Europa.
Tassi di interesse calanti in area euro e miglioramento del rating italiano – dopo le recenti pagelle di Fitch e S&P che la settimana scorsa hanno confermato il giudizio tripla BBB sul debito nazionale, mentre Fitch ha addirittura innalzato l’ outlook del Paese da stabile a positivo – fanno volare la domanda di titoli del debito pubblico italiano.
Ieri, secondo dati comunicati dal Mef, a fronte di un’emissione di titoli pubblici per 13 miliardi di euro la richiesta da parte degli investitori è stata superiore a 200 miliardi di euro. Si tratta di un record italiano e di un ammontare di ordini che nelle classifiche si piazza al secondo posto in Europa.
Le maxi-richieste di sottoscrizione sono state inoltrate per l’asta effettuata tramite un sindacato di banche – quindi non aperta al pubblico dei risparmiatori – per una emissione «dual tranche» che ha offerto un nuovo Btp a sette anni e una riapertura del bond a 30 anni. Nel dettaglio l’importo emesso del Btp a sette anni è di 10 miliardi di euro a fronte di una domanda pari a circa 99 miliardi. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,831 cui corrisponde un rendimento lordo annuo all’emissione del 3,2%.
Per quanto riguarda la riapertura del Btp a 30 anni rimborsabile nell’ottobre 2054, cedola 4,30%, l’importo emesso è stato di 3 miliardi di euro a fronte di una domanda che ha sfiorato i 107 miliardi. L’obbligazione è stata prezzata a 101,104, con un rendimento lordo del 4,279%. Al sindacato di collocamento hanno partecipato sei istituti lead manager, tutti pesi massimi della finanza globale: Deutsche Bank, Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo, JP Morgan, Morgan Stanley Europe e Nomura Financial Products Europe.
I dati del Tesoro definiscono dunque una corsa degli investitori ad accaparrarsi i succosi rendimenti del debito italiano, prima che questi vengano falciati da nuovi tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea, dopo la sforbiciata al costo del denaro del 17 ottobre scorso, che ha portato il tasso di riferimento (tasso sui depositi) al 3,25%, in vista di altri tagli che secondo le stime di mercato potrebbero portare i tassi in area euro intorno al 2% entro la fine del 2025.
A stimolare l’appetito degli investitori non sono soltanto i generosi rendimenti tuttora offerti dai titoli di Stato italiani, che come abbiamo visto sulla scadenza dei 30 anni superano il 4% lordo. Sulla pioggia di ordini, secondo gli analisti, ha inciso in maniera rilevante anche l’ampiezza della manovra e del Piano strutturale di bilancio che tratteggiano un atteggiamento di buona volontà di fronte ai richiami da parte dell’Ue affinché Roma incardini su una traiettoria discendente il debito italiano, ormai prossimo alla soglia dei 3.000 miliardi di euro. Ciliegina sulla torta la motivazione con cui Fitch, nell’innalzare a «positiva» da «neutrale» la prospettiva ( outlook ) sul rating dell’Italia (BBB) ha parlato di un «piano fiscale credibile» e di una «situazione politica stabile».