Corriere della Sera, 21 ottobre 2024
L’amore per susanna Tamaro per gli animali
«Si potrebbe dire che ho cominciato ad amare la letteratura per le storie di cani che raccontava». Ma ci sono voluti molti anni (e molti cani) perché Susanna Tamaro decidesse di dedicare un intero libro a quella che è, da sempre, la sua più grande passione. Di certo non si può dire che abbia disseminato di quattrozampe la sua pur vasta produzione letteraria: fanno eccezione Buck, «quel botolo orrendo (…) che nella sua piccolezza racchiudeva tutte le razze del mondo» di Va’ dove ti porta il cuore, e l’altro cagnolino presente in Rispondimi. Il non averne mai scritto, però, non significa nulla. Viverli e amarli, sceglierli come compagni di ogni giorno è stato (ed è tuttora) naturale come respirare per Susanna Tamaro tanto che, in quest’ anno bisestile per lei un po’ complesso, ha scelto di raccogliere, idealmente, tutti i suoi cani – reali, esistiti, esistenti – e di metterli al centro di un lungo racconto. Il risultato è un ibrido, ma con il cuore: un po’ un memoir, un po’ un saggio, soprattutto una grandissima storia d’amore che si rinnova, pagina dopo pagina, senza alcuna nostalgia ma con l’esatta meraviglia che deriva dal provare emozioni già vissute e con lo stupore di coglierne l’estrema, attuale necessità. L’amore di un cane (da domani in libreria per Solferino, corredato dalle belle illustrazioni di Roberta Mazzoni) scivola così tra i decenni della «vita di branco» di Susanna Tamaro per disegnare un affresco delicatamente rumoroso, in cui la componente canina si sovrappone a quella umana, com’è giusto che sia, in un catalogo slegato di anime e di animali, di biografie e, soprattutto, di «bau-grafie». È qui che le parole sono come carezze che toccano corde emotive spesso silenti; è qui che i racconti, leggeri come acquerelli, si fanno ancelle di un sentire autentico che insegna, realmente, che cosa sia la gioia.
«Come Biancaneve ha sette nani, così io voglio avere sette cani»: l’incipit del libro è battagliero, ma la realtà va ben oltre i propositi iniziali. Sono infatti Bella, Trixie, Tobia, Sissi, Lucky, Tea e molti altri meticci (tranne uno) a rincorrersi in un viaggio sentimentale lungo un’intera esistenza che, da Trieste, fa tappa a Roma per fermarsi poi in un casale nella campagna umbra, a Porano, il luogo nel quale Susanna Tamaro ha dato forma alla sua visione creando un rifugio per sé e per tutti gli animali che, nel corso degli anni, sono andati a comporre la sua numerosa famiglia. Cani, ma anche asini, gatti, capre, canarini, pecore, conigli e api: piccole e grandi vite da seguire in un divenire che, a balzelloni, a latrati, a rincorse, a cinguettii, restituisce uno specchio del reale, quello «straordinario incanto che ci circonda». Molto più naturalista che scrittrice – come non ha mai avuto remore ad ammettere lei stessa —, cintura nera di arti marziali ma anche di adozioni per quello scegliere sempre dal canile tutti i suoi cani, Susanna Tamaro è stata mossa da un unico, impellente desiderio, quello cioè di potersi godere la conquista della felicità dei suoi amici pelosi. Perché nessun altro sentimento è raro e insieme straordinario come quello della riconoscenza che un cane riserva a chi gli offre la tanto sospirata libertà dalla gabbia. Per non parlare, poi, delle sorprese che regala: ogni cane, come ogni persona, al suo vissuto unisce la sua propria personalità e il suo carattere unico. Quello che ne nasce è un carosello di aneddoti e di vicende dalla carica emotiva esplosiva – ma assolutamente spassosa – che percorre pagine in cui la dimensione temporale è totalmente istintiva e segue un flusso libero e, a tratti, stravagante. Che è canino ma decisamente umano. Una prova? C’è chi si consuma per l’assenza tanto da scappare e chi diventa un valido antidoto per le notti insonni; c’è chi, benché sia un guardiano irreprensibile, non disdegna di coccolare un gattino come se fosse il suo cucciolo e chi fa fuori tutti i pennuti dell’aia dopo avere sentito in televisione – sì, in televisione – il pericolo derivante dall’influenza aviaria. E sono sempre cani quelli che vegliano ore solitarie di studio e di scrittura, silenziose presenze e, perché no? potenziali fonti di ispirazione, se è vero che anche Walt Disney traeva dalla convivenza con i quattrozampe spunti originali per i suoi personaggi. «Un cane ha dentro un mondo intero ed è un grande osservatore, proprio come uno scrittore»: attori e autori insieme, protagonisti di un breviario di umanità a uso e consumo di chi li sceglie come complici fedeli e compagni di avventure, porto sicuro contro la solitudine e la malattia e pure la vecchiaia, portatori sani di ossitocina e quindi amuleto di felicità, il solo rimedio contro i chiari di luna dell’epoca contemporanea perché, della dolcezza antica, i cani hanno ricolma l’anima.
Cani e ancora cani. E dalle storie che Susanna Tamaro compila, svicolando dalla sua consueta riservatezza e camminando sempre ad altezza garrese, ne nasce anche un manuale pratico – ma lontano da qualsivoglia dogmatismo – per la costruzione di un rapporto felice e solido tra bipedi e quadrupedi. Una relazione che nasce da un coup de foudre e che, come ogni storia d’amore che si rispetti, necessita di cure, di consapevolezza, di dialogo e, soprattutto, di ascolto profondo, dal momento che «il cane è un essere vivente, pensante e amante». E, come tale, va vissuto, pensato e amato. Perché «i cani ti scelgono e poi non ti abbandonano più». Esiste forse qualcosa di più bello?
«La mia anima aveva bisogno di cani» dichiara fin da subito Susanna Tamaro e difatti «anima» è il termine che ricorre più volte in un libro che è un esercizio di bellezza capace di regalare la meraviglia con quel suo scavare, sottile ma potente, nelle pieghe del cuore in un’esperienza che va ben oltre la lettura.