il Fatto Quotidiano, 20 ottobre 2024
Vuoi provare a fare un film? Sono 12 mila €: nuove regole MiC tra costi e deroghe ad hoc
Sono stati pubblicati il 14 ottobre i nuovi decreti della Direzione generale cinema, che vanno a integrare i decreti ministeriali sui contributi, che definiscono la complessa riforma dei fondi pubblici al Cinema varata dall’ex ministro Sangiuliano e proseguita da Giuli. Decreti che contengono le caratteristiche delle società di distribuzione e i criteri minimi di circuitazione necessari per ottenere il tax credit, il credito d’imposta sui costi di produzione che dal 2021 era diventato automatico. E dettagliano poi i costi delle “spese istruttorie” (abolite nel 2016 e ora reintrodotte) necessarie perché la propria opera venga valutata per il tax credit: quelle per i contributi selettivi (cioè discrezionali, con commissione preposta) ancora non sono definite, ma nel settore si suppone saranno uguali. Si va dai 200 euro per i videoclip, ai mille per le opere prime e seconde, ai 10 mila per opere costate più di 3,5 milioni. Nel mezzo, le opere di animazione, con spese da tremila euro sempre. Poi è necessario pagare anche un revisore legale dei conti (da cinquemila euro in su). Non proprio briciole: tra spese per contributi selettivi (stimati), tax credit e revisore, per un film d’animazione si va sui 10-12 mila euro a progetto. Senza avere la certezza del risultato. “Non credo di poter spendere tanto per tutti i progetti”, ammette Maurizio Fiume, cineasta e produttore tra i più inviperiti con la riforma. “In Italia si fa pochissima animazione, così se ne farà anche meno”. Ieri 250 addetti ai lavori si sono incontrati a un webinar per cercare di capire le conseguenze: la sensazione è che i piccoli saranno costretti a fare cortometraggi e documentari, dato che si prevedono criteri di distribuzione (con “società specializzate”) meno stringenti rispetto ai cortometraggi. I decreti prevedono anche deroghe per i produttori che non avranno la distribuzione in sala promessa (vincolante per ottenere il credito). “Ma decidono loro quando dare le deroghe”, nota Fiume. Ancora attesi i decreti sui film sulle figure storiche, altra novità della riforma.