La Stampa, 19 ottobre 2024
Quanti farmaci prendono i pazienti? Uno studio
Superati, quindi inutili. O non più così utili. O ridondanti, ovvero doppioni. Se il costo della spesa farmaceutica, in continuo aumento, preoccupa la Regione e le Asl, l’assunzione sregolata dei medicinali dovrebbe preoccupare coloro che ne fanno uso, cioè i cittadini. E interrogare anche i medici, specialisti o di base che siano.Il tema, sempre più attuale, si sostanzia nei numeri. Nell’ambito del progetto “PoliNet” all’Ospedale Mauriziano di Torino, che peraltro individua criteri stringenti per l’arruolamento dei pazienti, nei primi nove mesi dell’anno sono state rivalutate le terapie di circa 2 mila pazienti (11% del totale che fa riferimento agli ambulatori di dispensazione e consulenza delle terapie orali). Di questi, il 29% risultava politerapico, cioè assumeva più farmaci, ed è stato “riconciliato”. Significa che il piano terapeutico è stato ripulito, bonificato, sfrondato, scegliete il termine che preferite, di medicinali sedimentatisi nel corso di anni, talora decenni, prescrizione dopo prescrizione, sovrapponendosi.Altro dato: di questa percentuale, il 70% risulta over 65. La distribuzione per età è risultata la seguente: 30% 65-74 anni, 44% 75-84anni, 26% superiore o uguale a 85 anni. Le caratteristiche della popolazione sono le seguenti: il 72% dei politerapici aveva in prescrizione da 5 a 9 farmaci, il 24% da 10 a 14, il 4% oltre 15 farmaci in prescrizione, fino ad un massimo di 27.Una panoramica parziale, ma eloquente. Parziale perchè se al Mauriziano il trend è questo, come si evince dai risultati del progetto coordinato dalla dottoressa Azzolina, il direttore sanitario, va da sè che i numeri si moltiplicherebbero se una iniziativa analoga venisse esportata in tutti gli ospedali piemontesi.Problema di cui si parla poco ma reale, quello della multiprescrizione, che se non controllata si traduce nell’abuso di farmaci, con il rischio di provocare effetti collaterali che invece di risolvere i problemi di salute ne determinano di nuovi.Vale soprattutto per i soggetti anziani o molto anziani, come abbiamo visto. E tra questi, per i pazienti cosiddetti «fragili» in ambito nefrologico, onco-ematologico ed internistico esposti al rischio della multiprescrizione: molti di loro, su consiglio di specialisti medici differenti, fanno uso di più farmaci che spesso hanno effetti sovrapponibili o incompatibili.Da qui l’importanza del progetto del Mauriziano. Obiettivo: rivedere il piano terapeutico dei pazienti, levando/integrando l’assunzione di farmaci già in uso. Non ultimo: monitorare le persone a casa, una volta congedate. Maggiore è il numero di medicinali, maggiore il rischio di assumere prodotti inappropriati, con maggior probabilità di effetti collaterali che comportano fino al 10% dei ricoveri in ospedale.