Corriere della Sera, 19 ottobre 2024
In morte di Monique Chevalier
Lo stile all-american degli anni Cinquanta, la moda degli Stati Uniti che dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale prendevano il comando di quello che oggi chiamiamo «il secolo americano», fu incarnata sulle copertine di Vogue (allora ancora più influente di oggi, quasi onnipotente) da una ragazza tedesca con un nome francese, Monique Chevalier. «Ragazza della porta accanto», all-american girl, gran dama della high society, fu la Grace Kelly della moda, musa di Irving Penn e Norman Parkinson e soprattutto di Bert Stern, collezionò copertine e manifesti e campagne pubblicitarie, madre ideale delle modelle ribelli anni Sessanta come Twiggy e nonna delle top anni Novanta. La vita straordinaria di Monique Chevalier è finita l’8 ottobre: nata Monique Graebener nel 1937 studiò in Svizzera e Inghilterra, sposò un francese (da qui il cognome) e debuttò come modella da adolescente a metà degli anni Cinquanta a Parigi reclutata dalla agenzia Ford. Vogue – la direttrice Jessica Daves, che venne prima di Diane Vreeland – capì che quella pelle diafana, i capelli biondi, l’eleganza naturale erano perfetti per raccontare alle donne americane cosa fosse lo stile. Chevalier si ritirò presto, come succedeva allora nel mondo poco sentimentale delle modelle, aprendo una galleria d’arte di successo grazie al suo straordinario occhio per la fotografia e il design.