Avvenire, 18 ottobre 2024
Aggressioni e svastiche: la rete dei minorenni
Aggrediva le persone straniere sulla metropolitana M2 di Milano e, prima di agire, mostrava fiero la svastica tatuata sul petto e urlava alle sue vittime: «I fascisti sono tornati». E poi giù botte, soprattutto calci e pugni. L’autore del gesto?
Un giovane neonazista, di soli 16 anni, di origini ucraine. Il ragazzo è stato arrestato dagli agenti della Digos il 19 marzo scorso, in particolare per quattro aggressioni avvenute nella notte tra il 28 e il 29 febbraio, tra le fermate della linea verde Cimiano e Crescenzago, e anche per scasso di auto.
A casa la polizia gli trova tutto l’armamentario dell’estrema destra suprematista: un machete con la scritta “white power”, un coltello, uno striscione con la scritta Duce e una copia del Mein Kampf di Hitler. Partendo da questo arresto, gli inquirenti decidono di ampliare le indagini in tutta Italia per capire se si tratti di un soggetto isolato, oppure no. Monitorando i social e le chat del minore finito all’Istituto Beccaria di Milano, scoprono così l’esistenza di una vera e propria rete, rivelata ieri alla stampa, composta per lo più da soggetti minorenni, che, con chat di messaggistica istantanea, incitavano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi. E così dodici persone, fra cui ben dieci minorenni e due maggiorenni, vengono perquisite su tutto il territorio nazionale, e contestualmente vengono sequestrate repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli riferibili al neofascismo, al nazismo e al suprematismo.
Come si legge nell’atto del pubblico ministero della Procura di Milano, Leonardo Lesti, che indaga in tandem con la Procura minorile, dall’analisi del cellulare del ragazzo ucraino fermato lo scorso marzo, è emerso «un gruppo whatsapp denominato “Seconda Generazione Skinhead”, cui gli indagati sono iscritti, nel quale vengono postati contenuti nazionalsocialisti, suprematisti, razzisti ed antisemiti e vi sono continui incitamenti alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali ed etnici». I perquisiti sono residenti in diverse città d’Italia: l’attività della polizia di Milano è stata portata a termine con la collaborazione delle Digos delle questure di Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna, Biella e di operatori della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione. Una «esplicita istigazione a compiere atti di violenza», attraverso messaggi su whatsapp, nei confronti di persone che appartengono a «gruppi etnici solitamente osteggiati dall’ideologia nazionalsocialista», si legge nel decreto di perquisizione eseguito nei confronti di un 18enne e un 19enne, uno torinese e l’altro biellese. Le perquisizioni sono state eseguite dalla polizia su delega della procura dei Minorenni e del Tribunale ordinario e le persone perquisite sono tutte indagate per “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”). Ora gli agenti della Digos analizzeranno con cura il materiale informatico sequestrato. Nel blitz di ieri sono stati infatti sequestrati pc, telefoni e altri supporti informatici e anche documenti cartacei di “propaganda nazista e fascista”. Ma la rete dei suprematisti, si teme, potrebbe essere ancora più ampia.