la Repubblica, 18 ottobre 2024
Gli italiani che vogliono la cittadinanza russa
Riempiendo un vuoto politico inaccettabile, si è formata da pochi anni l’associazione Amici della Russia Imperiale (si chiama proprio così), che raccoglie un migliaio circa di italiani anelanti la doppia cittadinanza: quella russa in segno di adesione alla Santa Guerra che Mosca muove all’Occidente corrotto, omofilo, debosciato, ateo.Non c’è bisogno di rimpiangere lo zar, basta e avanza Putin a garantire continuità con l’assolutismo benedetto dai pope. Siamo a Dio, Patria, Famiglia in versione kolossal.Altro che Meloni, qui è Ivan il Terribile a ispirare la riscossa, e il fondale della scena non sono i mercati rionali, è la steppa innevata. Che poi all’ombra delle cupole del Cremlino, al posto dell’aristocrazia, oggi ci siano gli oligarchi, in genere spaventosi buzzurri pieni di miliardi trafugati al defunto Stato Sovietico, è un dettaglio increscioso, ma rimediabile. L’importante è avere schifo della modernità e della democrazia, il resto si aggiusterà con il tempo.A capo dell’associazione è il giovane Pietro Stramezzi, figlio di un dentista novax (e ti pareva) e sedicente conte, che nel Paese di Totò può sempre fare una certa impressione. Per chi ha la mia età, comunque, tutto sommato il cerchio si chiude: in Europa gli amici della Russia, un po’ di tempo fa, erano gli stalinisti, oggi sono i reazionari. Hanno un nemico comune, la libertà, e tanto basta a capire quanto si assomiglino. Il conte Stramezzi non lo sa, ma è il calco postumo dei funzionari di Italia-Urss che cercavano di convincere i militanti del Pci che l’Unione Sovietica era il paradiso. Uno su mille gli credeva. Chissà qual è la percentuale, adesso.