Libero, 16 ottobre 2024
Re Carlo sbarca in Australia e nessuno va ad accoglierlo
Tra indici di gradimento in rialzo e contrastanti sentimenti filo-repubblicani, sono le polemiche a precedere il grande ritorno di Carlo III sul palcoscenico internazionale. Il 18 ottobre prossimo inizia il viaggio del sovrano in Australia, il suo diciassettesimo nel Paese e il primo da re da quando è salito al trono l’8 settembre 2022. Un royal tour che lo vedrà confrontarsi con le maggiori sfide del suo regno, tra spiriti indipendentisti e un’ondata di revisionismo storico che urla vendetta a suon di billion pounds!
Le buone notizie per il monarca arrivano dai sondaggi, che vedono la popolarità della corona in crescita nella terra dei canguri. Secondo NewsCorp’s Pulse, il 45% degli australiani sarebbe favorevole a mantenere una monarchia costituzionale nel Paese, contro il 33% dei votanti che preferirebbe la repubblica. L’Australia è infatti uno dei quattordici reami del Commonwealth, oltre alla Gran Bretagna, di cui Carlo III è sovrano e quindi capo di Stato. L’ultimo referendum indetto sulla forma di governo risale al 1999 e con il 55% di preferenze ha visto vincere la monarchia, ma la questione sull’indipendenza da Londra rimane un tema sempre attuale, che si ripropone ciclicamente a ogni grande visita di un Windsor a Sydney.
Se un nuovo referendum, che era stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del premier labourista Anthony Albanese, adesso appare accantonato, non mancano per Carlo III i problemi con la classe politica australiana: i primi ministri dei sei stati del Paese hanno annunciato che daranno forfait al ricevimento offerto dal sovrano a Canberra. Una mossa che la lega monarchica australiana ha bollato come un insulto verso un re, malato di cancro, che a seguito di un consulto con i medici di Palazzo, ha deciso di interrompere i trattamenti clinici per il tempo del viaggio.
Non solo: dopo aver ricevuto una lettera dal movimento repubblicano del Paese a dicembre del 2023, il re ha risposto che non si sarebbe opposto al volere degli australiani, che però, numeri alla mano, sembrano premiare la monarchia. Archiviate a questo giro le chance di abbattere la corona, non resta, anche a loro detrattori, che consolarsi con il business dei Windsor. A 18 sterline l’una è in vendita la maglietta “tour di addio”, con le facce di re Carlo e della regina Camilla.
Le insidie del vertice del Commonwealth, l’associazione di 56 stati al cui vertice c’è il re d’Inghilterra e che per la prima volta Carlo III preside da sovrano, stanno proprio nel glorioso passato del regno. L’incontro, in agenda dal 21 ottobre a Samoa, avrà sul tavolo per la prima volta la delicata questione delle riparazioni economiche per il passato imperialista. Secondo il Daily Mail quindici paesi dei Caraibi, tra cui Barbados che nel 2021 si è autoproclamata repubblica e che guida l’attacco, vogliono chiedere a Londra risarcimenti per 200 miliardi di sterline. Un punto di partenza fondamentale per il “global reset” come ha dichiarato alle Nazioni Unite il premier di Barbados, Mia Mottley.
Ad aiutare re Carlo in questo compito di individuare una nuova rotta per la monarchia, che le garantisca di sopravvivere alla tempesta, ci sono, in patria, i principi del Galles, con Catherine riapparsa a sorpresa in pubblico il 9 ottobre scorso a Southport, un luogo diventato simbolico per il regno. Non solo, il calendario della principessa si infittisce di impegni, in agenda ci sono già le massime celebrazioni nel Paese, come il Remembrance Day di novembre, o gli eventi più significativi legati alle sue iniziative, come i Christmas Carol di Natale, in cui tutta la famiglia reale appare unita per la messa all’abbazia di Westminster.
Tutti, tranne di duchi di Sussex, che dalla California riempiono le pagine del gossip. Ultimamente sono le vite separate di Harry e Meghan a tenere banco, con i royal correspondent che, pallottoliere alla mano, calcolano le apparizioni insieme o in solitaria della coppia. Dopo il tour in Colombia del mese di agosto è dal 20 settembre che le agende di marito e moglie non si incrociano più. Harry è andato a New York durante la settimana dei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu e poi è volato in Sud Africa per seguire le sue associazioni benefiche, Meghan è rimasta a casa, in California, dove tra red carpet e volontariato ha recitato il ritornello della sua tormentata vita in Gran Bretagna: «Sono stata tra le persone più bullizzate al mondo».