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 2024  ottobre 16 Mercoledì calendario

Periscopio

«Gaza come Hiroshima». Ieri Repubblica, oggi l’Unit*sky.
Raid israeliani a Gaza e in Libano. Civili bruciati vivi nella tendopoli. Repubblica nuovo corso.
L’antisemitismo è mascherato da antisionismo, il terrorismo di Hamas è scambiato per liberazione, il fondamentalismo di Teheran e Hezbollah è giustificato perché antiamericano. Umberto Terracini, padre costituente, comunista, dopo la Guerra dei sei giorni disse: «La crociata contro Israele è l’ultima incarnazione dell’antisemitismo». In pochi, nel suo partito, gli diedero retta. Eppure, la barriera resse. Il tabù non fu infranto. Oggi no. E così la crociata contro Israele è stata sdoganata. Giancristiano Desiderio, Corriere della Sera.
L’esule Tucidide sapeva / tutto quello che può dire un discorso / sulla Democrazia, / e quello che fanno i dittatori, / l’antiquato ciarpame che raccontano / a un apatico sepolcro; / egli analizzò ogni cosa nel suo libro, / la ragione messa al bando, / il dolore che plasma l’abitudine, / il cattivo governo e il cordoglio: / tutto questo ci è inflitto un’altra volta. W.H. Auden, 1° settembre 1939 (in Un altro tempo, Adelphi 1997).
Tutti apprezzeremmo Israele se lasciasse la Cisgiordania e Gerusalemme, se abbattesse il muro di difesa, si ritirasse da tutti gli insediamenti, accettasse la nascita d’uno stato palestinese, se rinunciasse a tutti i contenziosi che costituiscono obiettivamente un ostacolo alla pace e se evitasse di sparare sui depositi d’armi e razzi che l’Unifil ha graziosamente concesso a Hezbollah di riparare a mezzo metro delle sue sedi. In questo modo gli ebrei, che sempre genocidi ovviamente resterebbero, figurerebbero pure come coglioni. Andrea’s Version, il Foglio.
Se Israele si ferma scompare. Michel Houellebecq, La Stampa.
Non minacciate di tagliarci gli aiuti se non rinunceremo ai nostri princìpi. Non sono un ebreo con le ginocchia tremanti. Nessuno è venuto in nostro aiuto quando stavamo morendo nelle camere a gas. Nessuno è venuto in nostro aiuto quando ci sforzavamo di creare il nostro paese. Lo abbiamo pagato. Abbiamo combattuto per questo. Siamo morti per questo. Resteremo fedeli ai nostri princìpi. Li difenderemo. E, quando necessario, moriremo di nuovo per loro, con o senza il vostro aiuto. Menachem Begin, primo ministro d’Israele dal 1977 al 1983, parlando nel 1982 al Senato degli Stati Uniti (dal Foglio).
I verdi tedeschi contro Greta #Thunberg. Il verde Cem Özdemir [ministro federale dell’agricoltura e dell’alimentazione]: «Il fatto che guidi le manifestazioni filo-palestinesi a Berlino è terribile e negativo e dovrebbe incoraggiare tutti a riconsiderare la loro precedente opinione su Thunberg». Ultimora.net – POLITICS @ultimora_pol
Il ministero della morale talebano dell’Afghanistan ha annunciato che sarà applicata una legge che vieta ai media di pubblicare immagini di tutti gli esseri viventi. [Solo zombie]. Ansa.
La BBC (…) ha trasmesso in diretta tutto il discorso dell’ayatollah iraniano Khamenei (armato di fucile). 40 minuti, e la tv ha inserito nel suo banner queste citazioni: «Il 7 ottobre era logico e legale» e «l’attacco missilistico contro Israele è legale e legittimo». (…) Nel 2004 la BBC fu ribattezzata Baghdad Broadcasting Corporation: i suoi notiziari parevano scritti da Saddam Hussein. Oggi andrebbe chiamata Teheran Broadcasting Corporation. La newsletter di Giulio Meotti.
La domanda che dovremmo farci è perché le fake news che un tempo erano confinate ai tabloid da supermercato, ora sono dovunque. E perché persone razionali ci credono. Una cosa è cercare un po’ d’intrattenimento sui tabloid come accadeva in passato e leggere storie inverosimili sul mostro di Loch Ness. Altra cosa è vedere persone che vivono vite normali, portano i figli a scuola, fanno la spesa come tutti, e poi credono e difendono con forza la teoria secondo la quale nel governo americano ci sarebbe una fazione segreta di pedofili guidata dai Clinton che fa cerimonie in pizzerie alle porte di Washington. (…) Dobbiamo vincere il bias cognitivo più forte che abbiamo: quello della «mia parte». È la tentazione di credere a qualsiasi cosa faccia apparire più forte la mia nazione, la mia religione, la mia squadra preferita. Steven Pinker (Marco Bardazzi, il Foglio).
Kursk. Fucilati altri 9 prigionieri ucraini. C orriere della Sera.
[È utile] saper distinguere in ogni momento fra gli amici con cui possono essere negoziati accordi mutualmente vantaggiosi e i nemici. Come Vladimir Putin: ogni cedimento (venga o meno spacciato per trattativa) nei suoi confronti significa accrescerne il potere e soddisfarne il desiderio di imporci il suo volere. Angelo Panebianco, Corriere della Sera.
Uno degli aspetti più singolari della popolarità di Donald Trump è questo: molte persone sono felici di votarlo semplicemente perché non credono che farà molte delle cose che dice di voler fare. Shawn McCreesh, New York Times.
[Cambiato l’ordine dei fattori,] ho la netta sensazione che valga [anche per l’elettorato FdI e che] buona parte degli elettori di Meloni tifino (e siano convinti di giocare) non dico per la stessa squadra di Putin contro Kiev, e dei paesi arabi più ostili a Israele, ma quanto meno contro Netanyahu e Zelensky anziché dalla loro parte. La linea di Francesco Cundari.
[Elon Musk] e Space X verso [Europa,] la luna di Giove. Make Libero Great Again.
Ruby ter, i giudici riaprono il teatro dell’assurdo.La Verità.
Nel 987 il cadavere di Papa Formoso fu riesumato dalla tomba, fatto sedere in un trono nella Basilica di San Giovanni in Laterano e sottoposto a un macabro interrogatorio (tacque, immagino, per non autoincriminarsi d’eresia) e infine giudicato colpevole. Gli vennero tagliate le tre dita con cui egli soleva benedire, fu bruciato e ai suoi resti furono applicati dei pesi per essere poi gettati nel fiume. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Divisi uno contro l’altro i «fratelli coltelli» del centrosinistra; frustrati e rancorosi i protagonisti del centrodestra, Salvini su tutti. Non è una prova d’acume politico mandare tutto all’aria. Ma la tentazione potrebbe nascere. Stefano Folli, Repubblica.
Il teatrino della politica non finirà mai. Roberto Gervaso.