il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2024
Rubriche inventate di aneddoti sulle celebrità
Da più di un secolo i periodici Usa intrattengono i lettori con rubriche divertenti di aneddoti sui vip: li inventano agenzie che forniscono materiali ai columnist di gossip faceti. Il sistema è di una praticità ineguagliabile. Vi girano i coglioni che Netanyahu dia ordini ai soldati Onu di smammare dal Libano perché sono d’intralcio ai suoi crimini di guerra mentre Biden e l’Europa continuano a fornirgli armi per i massacri? Vi ha fatto schifo che l’Italia abbia giocato a calcio con Israele? Siete incazzati che il governo Meloni butti più di 1 miliardo di euro in armamenti per l’Ucraina e Israele e in prigioni razziste per migranti in Albania mentre da noi taglia i servizi ai cittadini e condona gli evasori, senza fare nulla contro l’aumento della povertà e delle morti sul lavoro? Nel caso sentiste il bisogno di ritrovare un po’ di buonumore con aneddoti italiani redatti alla maniera americana, eccovi serviti.
Peppino De Filippo, durante una replica di I casi sono due, fu informato che gli era morta una vecchia zia, assai ricca, che l’aveva nominato erede. Al termine della recita, ne diede notizia agli spettatori con questo annuncio: “Ho l’onore di partecipare al gentile pubblico che mia zia e io siamo passati a miglior vita”.
In un salotto romano Enzo Biagi stava intrattenendo i giornalisti presenti parlando di alcuni casi di asportazione del cervello avvenuti durante la guerra in Cambogia. “Quanto tempo potrebbe vivere un uomo, senza cervello?” domandò a questo punto il direttore generale della Rai Agostino Saccà per fare lo spiritoso. E Biagi, subito: “Lei, Saccà, quanti anni ha?”.
Lo specchietto retrovisore dei taxi permette al tassista di vedere ciò che fanno i passeggeri: nel secolo scorso, quando costoro non tenevano un contegno più che corretto, il tassista poteva pretendere una mancia superiore a quella normale. Un tassista che stava portando Enrico Maria Salerno e Alice Kessler si accorse che il cliente, all’epoca sposato, accarezzava con esagerata premura le cosce della bella soubrette. All’atto di ricevere il compenso della corsa, il tassista batté l’unghia dell’indice sullo specchietto e fece un sorriso malizioso. L’attore gli diede mille lire di mancia. Alcuni giorni dopo, Enrico Ave Maria Salerno (così l’apostrofava l’amico Dino Verde) sale con la Kessler sullo stesso taxi. “Ragazzo, gira lo specchietto. Eccoti 10.000 lire”, dice Salerno, aiutando la Kessler a entrare.
Franco Nero aveva in casa la fotografia di un malvivente con una benda sull’occhio, acciuffato da un terribile carabiniere. La sua nuova fiamma, Vanessa Redgrave, gli domandò: “E questa foto? Chi è?” “Mio padre” rispose l’attore. “E perché ha una benda sull’occhio?” “Ma no, mio padre è il carabiniere”, rispose divertito Franco Nero.
“Non è vero che trovino marito soltanto le donne oneste” disse un giorno Aldo Palazzeschi agli amici seduti con lui a un tavolino delle Giubbe Rosse, lo storico caffè di Firenze. “Anche le altre finiscono per trovarlo. Sono come le posate d’argento degli hotel. Passano per le mani di tanti, e poi finisce che qualcuno se le porta a casa”.
Alberto Arbasino riteneva finite le avanguardie pittoriche: “A chi si fanno adesso i baffi? A Duchamp?”.. Al termine dellarecita, ne diede notizia agli spettatori con questo an-nuncio: “Ho l’onore di partecipar