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 2024  ottobre 16 Mercoledì calendario

Gaia Tortora s’è rassegnata al fatto che Roma fa schifo

Il j’accuse della giornalista: «La Capitale è ingestibile
Prima Raggi e adesso Gualtieri: non cambia mai nulla»
Gaia Tortora è una giornalista e conduttrice televisiva. Capace di raccontare, di commentare, di criticare, di descrivere. Sempre molto impegnata, profondamente liberale. Naturalmente garantista, essendo la figlia della persona più perseguitata di chiunque altro dalla malagiustizia, come Enzo Tortora. Puoi dirle tutto a Gaia, 54 anni, romana di adozione, ma non puoi certo accusarla di qualunquismo o di populismo. Perciò ci rivolgiamo a lei per sapere cosa pensa di Roma, città oggi amministrata dalle sinistre, che proprio ieri ha realizzato un rimpasto di giunta, sostituendo due assessori.
Mi dica subito cosa pensa di Roma
«Penso che è uno schifo».
E lei cosa ha deciso di fare?
«Rassegnarmi».
Roma è la città peggio gestita d’Italia?
«Non so. Sicuramente non è l’unico caso di città governata male. Milano non è messa molto meglio. La percezione di insicurezza che si ha a Milano forse è ancora superiore. Però Milano ha dalla sua un senso civico più forte. I milanesi almeno dal punto di vista del decoro ci tengono di più alla loro città».
I romani no?
«Non mi sembra».
Mi descriva Roma
«È sommersa dai rifiuti. Ovunque, è sporca, piena di animali selvaggi, dai gabbiani ai cinghiali ai topi».
Ci sono anche i topi?
«Dove abitavo qualche tempo fa, in un quartiere borghesissimo come Collina Fleming, al primo piano, mi è successo di trovare tracce di topi sul balcone».
Come è possibile?
«È possibile perché il balcone dava sulla strada e sulla strada c’era il cassonetto sempre aperto, sporco, pieno di qualunque cosa. E un cassonetto così è la manna per i topi».
I cassonetti sono un problema?
«Certo. I cassonetti li abbiamo solo noi a Roma. In tutte le altre città, o quasi, sono stati aboliti. Firenze ha quelli sottoterra. Altri hanno quelli con la chiavetta, che ti costringono quando butti la spazzatura a fare attenzione a come ti comporti, perché sei individuabile».
Gualtieri ha detto che arriverà il termovalorizzatore.
«Speriamo. Ma con le promesse ci faccio poco».
Il tema dei rifiuti è sempre un tema forte in campagna elettorale. Gualtieri aveva detto: «In poco tempo risolverò».
«Il tempo è passato e stiamo sempre peggio. I cassonetti sono rimasti. Io dico che i cassonetti andrebbero tolti. Sennò tra quelli e lo scarso senso civico dei romani il problema non si risolve mai».
I romani hanno scarso senso civico?
«Si. Va detto».
La raccolta differenziata può risolvere?
«Mi applico molto alla differenziata. Ma mi trovo a girare in macchina con la plastica per una settimana perché non trovo il cassonetto della plastica».
Nessun miglioramento da quando c’è Gualtieri?
«Macché. Magari ci sono dei momenti in cui c’è una accelerata: quando siamo sommersi. Tipo sotto Natale, o quando inizia il caldo. Danno un bonus in più ai netturbini e il miglioramento, lieve, dura poche settimane».
Come la trova questa idea del bonus?
«Demenziale. Non risolve il problema alla radice. E poi mi dica: per quale ragione ti devo dare un bonus per un lavoro per il quale già ti pago?».
La stazione?
«Sono appena scesa dalla stazione Termini. A parte tutto il resto, chiedo: quel sottopasso dove è stata violentata recentemente una donna -sottopasso del tutto inutile – perché non è stato chiuso? Almeno come segno di rispetto...».
Le sembra che la giunta stia privilegiando alcuni interventi su altri?
«Non so a cosa viene data la precedenza. Lo scopriremo durante il Giubileo. Lo spero che davvero scopriremo che all’improvviso funziona tutto».
Anche le metro?
«Eh, magari, anche le metro».
Lei ha denunciato pubblicamente tutto ciò. Ha avuto risposte?
«No nessuna risposta. Ho inondato le Asl di Pec. Silenzio. Mi ha detto uno spazzino: sono trent’anni che le cose vanno così e non cambia niente».
Lei ha scritto sui social: mandate l’esercito a gestire Roma...
«Sì, certo, era una battuta. Io dico: forse solo un militare può risolvere. Evidentemente Roma è ingestibile: Raggi, Gualtieri... Tutto uguale»