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 2024  ottobre 16 Mercoledì calendario

Google si costruirà le sue centrali nucleari

Cloud e intelligenza artificiale hanno fame di energia e Big Tech corre ai ripari, puntando sul nucleare. Google ha siglato un accordo con la startup americana Kairos Power per costruire fino a sette piccoli reattori di nuova generazione, i cosidetti «small modular reactor» o Smr, per un totale di 500 megawatt. Secondo il contratto, di cui non sono stati comunicati i dettagli finanziari, il primo Smr Kairos entrerà in funzione entro il 2030, mentre altri reattori entro il 2035. 
«Crediamo che l’energia nucleare abbia un ruolo fondamentale da svolgere nel supportare la nostra crescita, soddisfacendo la nostra domanda in modo pulito e 24 ore su 24, e nell’aiutare a realizzare il progresso dell’Ai», ha affermato Michael Terrell, direttore senior per l’energia e il clima di Google in una call con i media. 
I data center sono sempre più centrali con la diffusione del cloud computing e lo sviluppo dell’Ai generativa, che richiede enormi quantità di dati per elaborarli. Se Google è la prima società tecnologica a ordinare nuovi reattori nucleari per garantire i suoi bisogni energetici, a settembre Microsoft ha presentato una partnership con il gruppo americano Constellation Energy, che prevede un fornitura di energia nucleare per 20 anni grazie alla riapertura del reattore (chiuso fino al 1985, rimesso in funzione e dismesso 5 anni) della centrale di Three Mile Island, in Pennsylvania, teatro nel 1979 del più grave incidente del nucleare negli Usa con il secondo reattore, mai riaperto. 
Kairos Power, sostenuta dal Dipartimento dell’Energia, è stata fondata nel 2016 ad Alameda, in California. A luglio la società ha iniziato la costruzione del suo reattore dimostrativo a bassa potenza (50 megawatt) Hermes a Oak Ridge, nel Tennessee. Invece di usare l’acqua come refrigerante, come avviene nei reattori tradizionali, Kairos Power usa sali di fluoruro fusi. Su questa tecnologia ha scommesso anche Bill Gates, che con la sua società TerraPower in primavera ha annunciato la costruzione del primo impianto in Wyoming. Sebbene i costi di sviluppo dei prototipi siano alti, si stima che a lungo termine gli Smr saranno molto meno costosi delle centrali nucleari convenzionali, perché potranno essere prodotti in serie. (Piacciono anche al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin). 
Google punta anche sui cavi sottomarini, che sono «sempre più strategici, perché dal 95 al 99% del traffico internet passa da lì sotto e circa il 16% interessa il mar Mediterraneo», secondo il sottosegretario Alessio Buti, intervenuto ieri al G7 su Tecnologia e Digitale a Cernobbio. «Google è molto interessata, vuole stabilire delle basi in Sicilia e sta ragionando con il governo italiano, siamo avanti. Qui mi fermo perché sono in corso una serie di ulteriori accertamenti», ha affermato Buti. Ricordando che su questa tecnologia «la Ue ha messo sul tavolo 500 milioni» di investimenti e «l’Italia giocherà un ruolo importante». Il gruppo di Mountain View già collabora con Sparkle (Tim) su due cavi sottomarini che collegano il Medio Oriente con Europa e Asia e in aprile ha annunciato un miliardo di investimenti per migliorare la connettività digitale tra Stati Uniti e Giappone con due nuovi cavi sotto Oceano.