Corriere della Sera, 16 ottobre 2024
I figli di Gaetano Pesce: «Con il suo Pulcinella non voleva essere osé»
«D ove è adesso, nostro padre starà sicuramente sorridendo! Di certo, non avrebbe mai pensato di offrire a Napoli qualcosa di offensivo o scontato. Non avrebbe mai avuto un comportamento irriverente verso la città che amava profondamente: ogni volta che veniva era felice».
Milena e Jacopo Pesce sono i figli di Gaetano Pesce, autore di oggetti cult del design contemporaneo e anche del Pulcinella «fallico» che sta mandando in tilt i social. I due fratelli non hanno seguito le orme paterne, oggi vivono a Parigi dove hanno fondato una società di servizi. Ma spesso entrambi hanno seguito il padre nei suoi viaggi, molte volte in Campania dove la famiglia ha le sue radici in costiera sorrentina.
Vostro padre sarebbe stato d’accordo con il sindaco di Napoli, che ha accolto polemiche e ironie come una enorme campagna marketing di successo?
«Certo che sì: l’atteggiamento di positività, la capacità di trovare una soluzione ottimistica alle cose era il suo modo di vivere».
Lui amava Napoli: ci raccontate il suo incontro con Pulcinella?
«Ricordiamo benissimo una passeggiata sul lungomare, quando ci siamo imbattuti in un Pulcinella. Ci fermammo a parlare con lui, della sua vita dietro la maschera, della vita a Napoli... lo abbiamo incontrato piu volte».
Venivate spesso in città?
«Venivamo molto spesso a Napoli e sulla Costa Amalfitana, Massa Lubrense, Marina del Cantone... tra le nostre abitudini c’era la passeggiata a via Partenope per ammirare il Vesuvio e prendere il sole».
Era un appassionato del mare: arrivava da qui il suo trasporto per Napoli?
«Sicuramente amava l’atmosfera di Napoli, i colori, la cucina semplice e vera, il calore delle persone e la loro facilità di approccio, e poi la musica, i suoni della citta, la sua multitudine. Gli sono sempre piaciute le città sul mare».
Il Pulcinella di piazza Municipio non ha creato solo polemiche ma anche grande interesse: il profilo social di Gaetano Pesce ha raggiunto 100 mila follower: che rapporto aveva con i nuovi media?
«In realtà il suo profilo ne aveva già 99 mila prima, per cui non è Pulcinella che ha fatto il numero di oggi! Lui si interrogava sul fenomeno ma gli interessavano e lo intrigavano molto di piu i rapporti umani».
Come fu scelto il nome dell’opera, «Tu sì ‘na cosa grande»?
«Amava la canzone di Domenico Modugno».
Come lavorava? Chiedeva consigli a voi figli?
«Gli piaceva sedersi, quando poteva, davanti al mare o a casa sua davanti all’East River di New York, ascoltando musica ad alto volume; disegnava o faceva dei modelli delle idee che aveva... E non chiedeva consigli a nessuno».
Viveva da tanto a New York: cosa apprezzava dell’America e cosa gli mancava dell’Italia?
«L’Italia era il suo Paese e appena poteva ci tornava. Quello che gli mancava erano il cibo e il calore del suo Paese d’origine, ma amava anche l’energia di New York e la sua apertura alla novità».
La generazione di vostro padre, e lui fra i primi, ha cambiato il modo di vedere gli oggetti, ha portato il design nelle case…
«Lui ha sicuramente portato nelle case il colore, la gioia, ha voluto trasformare gli oggetti utili e semplici in messaggi complessi».