Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 15 Martedì calendario

Elkann: “A Stellantis non servono le fusioni”

A spazzare via le tante voci circolate negli ultimi giorni in un coro di indiscrezioni e rumors ci ha pensato direttamente John Elkann: Stellantis non ha in cantiere «operazioni di consolidamento». In altre parole, nessuna fusione in vista con Renault. Pensiamo di avere già una «taglia competitiva», ha spiegato il presidente del costruttore franco-italiano in un’intervista rilasciata a margine del salone dell’auto di Parigi all’agenzia francese Afp, ricordando che l’azienda è nata nel 2021 proprio da una fusione, quella tra Fca e Psa. Adesso, però, non è il momento di lanciarsi in operazioni simili per ampliarsi, ma nemmeno per ridurre la propria statura cedendo dei marchi. Un concetto affermato in giornata anche dal ceo Carlos Tavares, che nel 2026 giungerà al termine del suo mandato. Il sostegno nei suoi confronti «da parte del consiglio e degli azionisti non è mai stato messo in dubbio», ha garantito a tal proposito Elkann, parlando di un «obiettivo che si era dato» lo stesso amministratore delegato.
 
Proprio lui, che in giornata ha teso la mano al governo dopo la tanto contestata audizione alla Camera di venerdì. «Siamo totalmente aperti a proseguire il dialogo» ha garantito il ceo, dopo i timori sollevati da buona parte della classe politica per il futuro del colosso automobilistico. Nessun «problema», né tantomeno «dogmatismi» da parte della casa automobilistica, che promette di fare del suo meglio mentre si aspetta da Roma la stessa buona volontà: l’esecutivo «non può stare da parte e dire “aspettiamo finché non avrete risolto la situazione” deve fare la propria parte».
 
Segnali di pace, giunti al termine di una nuova giornata di tensioni, emerse sulla scia di una dichiarazione rilasciata da Tavares alla radio Rtl: «Il taglio di posti di lavoro non è al centro della “riflessione strategica” del gruppo», che lascia la porta aperta ad ogni tipo di azioni. «Non escludo niente», ha dichiarato il ceo facendo riferimento alle tante possibilità strategiche a disposizione, per poi sottolineare che «la salute finanziaria del gruppo non passa solo attraverso la soppressione dei posti di lavoro» ma anche per molti altri fattori come «l’immaginazione, l’intelligenza, l’innovazione». Ma in Italia è arrivato solo l’eco sul rischio perdita di posti.
 
Elly Schlein, Angelo Bonelli, Carlo Calenda, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni hanno chiesto con una nota congiunta che il presidente John Elkann, intervenga in Parlamento viste le «insoddisfacenti» risposte date da Tavares. Matteo Salvini, invece, ha parlato di «dichiarazioni sconcertanti» da parte dell’amministratore delegato, che ha poi chiarito le sue posizioni: «Altri hanno creato il caos e voi chiedete a me di risolvere la situazione e di garantire posti di lavoro. Non sono un mago». Per il dirigente, la colpa è delle regole imposte da Bruxelles per raggiungere nel 2035 la completa elettrificazione del settore in Europa, dove oggi si respira una «paura della concorrenza». Una dimostrazione? I dazi imposti alle auto elettriche provenienti dalla Cina, che rappresentano una «postura demagogica» nociva al mercato. Una «trappola», che rischia di far crollare l’industria automobilistica del Vecchio continente. In questo contesto, gli incentivi rappresentano un aiuto economico «per i cittadini», soprattutto quelli delle classi medie che rischiano di rimanere schiacciati dai costi della transizione energetica.
 
L’importante, quindi, è sostenere la domanda per incrementare i volumi di vendita e alimentare la produzione. Anticipare al 2025 la produzione della 500 ibrida negli stabilimenti di Mirafiori, ad esempio, dovrebbe portare ad una produzione compresa tra gli 80 e i 100 mila nuovi modelli all’anno.
 
Intanto, Stellantis si è presentata al salone parigino con delle novità per alcuni dei suoi marchi. Citroën ha confermato il rilancio del marchio con una sfilza di modelli portati sul suo stand, come la Concept C5 Aircross, futuro suv del marchio, la C4, la C4 X e la nuova versione della Ami. Alfa Romeo invece è sbarcata con la Junior ibrida da 36 CV, svelata per l’occasione, la Junior veloce e la Supercar 33 stradale. Leapmotor, brand cinese dell’azienda, ha presentato il suo suv B10, mentre Peugeot, ha lanciato in anteprima mondiale la E-408. Un portafoglio che guarda alle prossime sfide del settore.