Libero, 15 ottobre 2024
L’assassino di Rozzano avevo bevuto 2 bottiglie di vodka
Una rapina finita male, un ragazzo morto, «due famiglie distrutte». Daniele Rezza, 19 anni, accusato dell’omicidio volontario pluriaggravato di Manuel Mastrapasqua e di rapina, ripete la confessione nell’interrogatorio di convalida del fermo a San Vittore davanti al Gip di Milano, Domenico Santoro, che lo ha definito «assente di capacità di autocontrollo». «Quel pomeriggio avevo anche bevuto circa 5-6 drink, poi due bottiglie di vodka, comunque ero in piedi, non mi ricordo bene alcune cose, ad esempio dove ho buttato il coltello, tant’è vero che, pur avendolo cercato con i Carabinieri, non l’abbiamo trovato». «Non lo conoscevo», ha detto parlando della vittima incrociata a Rozzano la notte dell’11 ottobre e aggredita per un paio di cuffie da 14 euro. «Gli volevo prendere tutto». I genitori di Daniele sono sotto protezione dopo i messaggi minatori sui social ma, scrive il Gip, il «mattino successivo» all’omicidio, quando il padre Maurizio «aveva appreso dai media» dell’uccisione di quella notte, «aveva iniziato a nutrire qualche dubbio sulla responsabilità del figlio» e quest’ultimo «gli ha reso una parziale ammissione e lo ha invitato a disfarsi delle cuffie». Cuffie ritrovate in un bidone della spazzatura, dove il papà, «aveva provato ad occultarle». Padre che ha anche accompagnato il figlio alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele favorendo la sua quasi impossibile fuga verso la Francia.