la Repubblica, 15 ottobre 2024
I re del tennis in Arabia
C’è stata la stagione australiana conclusa con la finale di Melbourne vinta da Sinner, seguita da quella della terra sudamericana e del cemento Usa. La terra rossa ha avuto i suoi due mesi di fuoco che hanno preceduto come sempre l’erba non solo britannica, ma poi è tornata in auge per le Olimpiadi di Parigi. Il rovente cemento americano ha chiuso l’estate prima del tour orientale (Sinner ancora pigliatutto), e in questa che è più di una maratona ci si prepara al gran finale delle Atp Finals e della Davis. Ci si potrebbe riposare, dedicarsi a blande sessioni di recupero muscolare e psicofisico. Invece no: si vola in Arabia. Perché si sta per consumare il più ricco torneo di tennis che la storia ricordi. Nella terra promessa del regno saudita, se così si può chiamare una nazione che anche in un ricchissimo circuito vuole lasciare il segno alla sua maniera. Investendo il massimo, richiedendo il meglio. E il torneo Six Kings Slam l’ha avuto: oltre a Sinner, Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Holger Rune e Rafa Nadal. Tutti, tranne Rafa, reduci dalla tournée cinese appena conclusa con la presa del potere di Jannik nei confronti di Djokovic. Ma c’è anche un potere abbastanza affascinante che convince a partire per Riad: il montepremi. Gettone di presenza da 1,5 milioni di dollari, 4,5 milioni al vincitore. Totale 6 milioni per chi la spunta in finale, il doppio di Wimbledon, più diquello che Sinner ha guadagnato per i titoli all’Australian Open e allo Us Open messi insieme.Era veramente difficile dire di no: senza tradizione è il budget a creare l’evento, e ora è chiaro che in Arabia bisogna esserci, anche per chi haguadagnato tanto. A partire da Sinner che ha già superato il montepremi stagionale del 2023 (8.298.379 dollari). È molto più di un’esibizione, quella in programma dal 16 al 19 ottobre. Si comincerà domani alle 18,30 con un classico di questa stagione: Medvedev-Sinner. Va bene che Jannik ha vinto sempre tranne a Wimbledon, ma ora arriva la partita più ricca e non sarebbe il caso di abbassare il ritmo proprio adesso (in semifinale tra l’altro c’è Djokovic). Pure Nadal (opposto al vincitore di Rune-Alcaraz) ha fissato il suo addio in una suggestiva fase finale di Coppa Davis, ma prima ha ceduto al richiamo saudita. Lanciato dal brand Riad Season che ha organizzato, tra l’altro, il mondiale Ibf in cui Joshua è stato battuto da Dubois a Wembley, e il prossimo mondiale Wbc, Wba e Wbo tra Usyk e Fury il 21 dicembre proprio a Riad. L’ingresso nel mondo del tennis è stato abbinato a uno sfarzoso spot, un po’ tech un po’ barocco, che ha fatto piombare i “6 Re” in un’atmosfera da videogame: Sinner è diventato elegante cavaliere rinascimentale, Rune si è trasformato in capitano di una nave vichinga, Djokovic è diventato capobranco di lupi.Tutto bello, tutto inquietante, per i ritmi che questa nuova realtà imporrà a campioni già abbastanza spremuti. È freschissimo il botta e risposta su questo tema tra Sinner e Alcaraz, con lo spagnolo pronto ad azzardare “in qualche modo ci uccideranno”, e l’italiano a ribattere “possiamo scegliere quali tornei giocare e quali no”. In questo caso, entrambi hanno detto sì. Ma se i due si dovessero affrontare anche a Riad, a incendiare la finale non saranno solo i petrodollari ma una benzina ancora più potente: la rivalità.